16.7.05

XVI luglio 2005: boh


Non so che scrivere.
Sono mezo brillo.
Un pò mbriaco.
Non ho cenato.
Ho bevuto troppe birre.

Saggiato troppo poco la luce gaia di un'alba.
Ho poarlato troppo poco col vento.
Molto di più con delle patatine fritte.

Ho incontrato un figone di nome Marcella.
Una tizia mi ha sibilato un "quanto sei bono" e non mi sò manco girato a chiederle di darmela.
Oggi non dovevo chiedere niente.

Ho fatto finta di studiare.
Ho fatto la fila per il cesso a casa.
La fila per la posta.
La fila per il treno.
La fila all'edicola.

Un mondo di file indiani.
Di tuti gli indiani sterminati è rimasto solo il ricordo delle file.
Di tutti i partigiani è rimasto solo il ricordo vago di "bella ciao".
Della TV non rimane niente.
Il mondo della TV.
Il mondo delle cose che scadono dopo 5 minuti.
Che devi consumarle.
Che devi ricomprarle.

Le macchine.
I servizi.
Il telefono.
Servizi virtuali.
Nessuno che ti fa un vero pompino.

E oggi è il mio onomastico.
Ho festeggiato con Pasquale sopra la collina del castello.
Con una musica orribile.
Con Pasquale che beveva e rideva e mi ha portato a sorpesa due birre.
Una a testa.
Io ho offerto un altro giro.

Le stelle.
Noi scassati.
Persi.
Vuoti.
Lui domani va a lavorare.
Io a comprarmi un vestito.

Le vite si incontrano in un attimo e in un attimo si dicono tutto.
Si dicono niente.
Festeggiano e stanno in silenzio.
Poi si dice che non ci si conosce.
Nessuno ascolta il silenzio.
Il silenzio le società di telecomunicazioni lo vorrebbero sfruttare per inviare dati e riuscire a dottimizzare la trasmissione dati.
Il silenzio ingegneristicamente non serve a un cazzo.
E' banda persa.
Istanti buttati in cui sarrebbe però possibile trasmettere informazioni.

Ma quante informazioni sono contenute in un silenzio?
Nessuna.(?)
Il silenzio non vale niente.(?)
Il niente vale il silenzio?

Parlo.
Parlo, parlo parlo e ancora parlo.

Mi organizzo per la configurazionei di n server che con configurazioni simmetriche e chiavi identiche condividono dati in maniera sicura in una rete xLAN.
Un'altra pippa.
Potrei farmi una sega.
No.
Non mi darebbe lo stesso senso di autocelebrazione.

E' l'autoesaltazione dei nerd.
L'autoesaltazione di chi gode delle proprie prestazioni.

Accendo la lampada sulla scrivania.
La spengo.
La riaccendo.

Mi caco il cazzo.

Della lampada.
Degli interruttori.
Delle cose a comando.
Del senso di dominio regalatoci dall'algebra booleana.
On/Off.
Accendere e spegnere.
Aprire e chiudere.
Il potere illusorio decisionale.

Interruttori.
Merda

Siamo degli interruttori.
Stavolta mi spengo senza timer.
Aspetto il sonno che mi assale per lasciare posto al silenzio...

Il silenzio dello spazio continuo.
Il sonno che vince l'esatto e lascia spazio al sogno.
Alla fantasia.
Alla vita dove la vita non si compra.
Al mondo dove il mondo non è un soldo.

Shutdown now -h.