22.2.06

Life Style. Carnaval Style.

Una mano fatata ha allargato e dissolto le nubi mentre sceglievo di non partire oggi.
Bagnarsi i piedi congelandomi ancora sarebbe stato il modo più drammatico in cui cominciare un giorno.
Scelgo di non scegliere di andar via.

Sentimenti segreti da occultare in una specie di Fede. In una specie di Cozza che si lega ad ogni scoglio di te, che s'inoltra nel mare dell'incoscienza innamorata della vita. Del mondo.

Oggi esco e prendo €8. 3 sono per il formaggio di capra di un un pecoraro del Matese.
Decido di investire il resto in look.
Arrivo davanti al barbiere consueto, entro.
La scena che m'aspettavo.
Angioletto. Emiliano. I capelli a terra mischiati con la polvere. La panca di legno a destra. Il cavalluccio per i criaturi, senza la testa a sinistra. L'angolo del cavalluccio è quasi sempre abbandonato. Sembra la scenografia di una tragedia greca.
Sopra la finistrella a destra, un'antenna fatta col ferro a forma di doppio dipolo, incastrata tra il calendario degli aerei da guerra e la foto di Padre Pio con gli occhi e dove ti muovi ti muovi, ti guarda fisso. Da Angioletto non c'è la televisione: quella è l'antenna dei mondiali.
Stamattina non è cosa... chiudo la porta e corro.
Imbocco una salita. Corro ancora. A destra. Apro la porta.
Pasquale. Un altro barbiere.
E' venuto da poco in paese. E' un guaglione vivace.
Stamattina indossa una casacca psichedelica, sfondo bianco e strisce verde fosforescente lunga fino a mezzo culo. I capelli ingelatinati. Gli stivali a punta, le basette fatte e lo sguardo tranquillo.
- Pasquà, posso?
- Si, ma tu come ti chiami?
- Taz.
- Ah, si. Taz.
Molla un cazzotto a un radiolone anni '80 e parte il nastro. C'è ancora una speranza per le cassette, oggi. La canzone è degli Scorpions. Finti metallari. La canzone è quella che tutti cantano, ma che nessuno sa il titolo. Nemmeno io.
Poi s'interrompe a metà . C'è "Losing My Religion". Le canzoni sono tutte registrate dalla radio.
Pasquale posa le forbici e corre alla radio. Gira la cassetta. Quello stereo suona "74-75" dei Connels.
Got no reason for coming to me and the rain running down
there's no reason
and the same voice coming to me like it's all slowing down
and believe me

I was the one who let you know,
I was just sorry ever after
seventy-four , seventy-five

It's not easy, nothing to say 'cause it's already said
It's never easy
When I look on your eyes then I find that I'll do fine
When I look on your eyes then I do better

I was the one who let you know,
I was just sorry ever after
seventy-four , seventy-five
Givin me more and I'll defy,
cause you're really only after
seventy-four , seventy-five
Le vetrate sono colorate di verde e giallo con del fucsia spruzzato dovunque. I divanetti anni '80 morbidi e accomodanti...
Got no reason for coming to me and the rain running down
there's no reason
When I look on your eyes then I find that I'll do fine
When I look on your eyes then I do better
I was the one who let you know,
I was just sorry ever after
seventy-four , seventy-five
Givin me more and I'll defy,
cause you're really only after
seventy-four , seventy-five
I was the one who let you know,
I was just sorry ever after
seventy-four , seventy-five
Givin me more and I'll defy,
cause you're really only after
seventy-four , seventy-five
Il temporale è squarciato e il sole fa capolino. La primavera è sgorgata sopra le tegole e si affaccia, e fa a cazzotti col freddo. Le strade s'invadono di poesia. I passeri si affacciano con la faccia incuriosita e il barbiere guarda la strada assolata del paese che sembra disabitato con le forbici che pendono dal pollicione.
Ciccio mi racconta delle bande e delle mazzate a uova in faccia dei nostri carnevali dei primi anni 90. Dei TOPOBBARBA spruzzati coi tappi modificati, dei chili di purtualli. Della banda di Totore e Maurizio che a fine carnevale contava almeno 4 risse reali e 27 contusioni multiple. I carri allegorici coi cazzi disegnati con lo spray, tra i quali usciva la scritta "Giusi ti amo", fatti coi trattori e i carretti dei compagni di campagna.
I vigili. Le mazzate. Le maniate alle femmine temporaneamente sequestrate per strada vestite da Arlecchino, da Pierrò, da Damine, da Pank o da zoccole pure il giorno di carnevale.
- Carnevale: ogni scherzo vale!
E cacciavamo i pesci. E Rosangela ogni tanto ce lo maniava così. Aggratis.
Ai soliti sciemi vestiti di femmina e truccati peggio dei peggio transessuali, tutti gli mettevamo le mani da tutte le parti e prima o poi c'era qualcuno che gli appoggiava il pesce tuosto sulla minigonna della sorella o si magnava i purtualli incastrati nel reggiseno a balconcino della mamma.
Got no reason for coming to me and the rain running down.
There's no reason.
And the same voice coming to me like it's all slowin' down.
And believe me -
was the one who let you know
I was your sorry-ever-after. `74-`75
Giving me more and I'll defy
'Cause you're really only after `74-`75
It's not easy, nothing to say 'cause it's already said.
It's never easy.
When I look on your eyes then I find that I'll do fine.
When I look on your eyes then I'll do better
E la vita pulsa. E noi pure.
I capelli tagliati son caduti proprio mentre noi ci alzavamo.
La saracinesca sbatteva proprio mentre Pasquale rideva.
E il sole scassava il freddo proprio mentre noi lo guardavamo cogl'occhi semichiusi per non cecarci e con le mani ai fianchi.
E noi. Noi ce ne siamo andati a casa a magiare perché era mezzoggiorno.