29.6.08

29 giugno

Ribaltare la prospettiva d'interpretazione della realtà.
Rivederla sovvertendo ogni giudizio per approdare ad una chiave di lettura dove il sistema osservato non conserverà nulla se non la sua oggettiva superflua manifestazione.
Solo allora si ha la forza di sbarazzarsene.
Di godere di rinnovata forza.
Di affrontare il tempo che imperterrito si dipana. Con nuovi orizzonti.

26.6.08

Oggi

"Oggi non lavoro, oggi non mi vesto. Resto nudo. E manifesto".

Manifesto - Bandabardò

23.6.08

Mobbing

mob|bing
s.m.inv.
ES ingl.
1 TS etol., l’insieme dei comportamenti aggressivi tipici di alcuni animali, spec. uccelli, nei confronti di un predatore
2 TS psic., sociol., spec. in ambienti di lavoro o comunità, persecuzione ed emarginazione nei confronti di un singolo individuo da parte del gruppo in cui è inserito

20.6.08

Venti Giugno

Quella sera, che fu un pomeriggio, incontrai in una salumeria un suonatore di fagotto che affettava un ettoemmezzo di cotto di Parma in offerta speciale sono centosettantachefacciolascio.

15.6.08

quindici giugno

Quella notte non riuscii a dormire.
Nonostante il freddo inzuppato d'acqua di quel giugno dadimenticare mi ostinavo a dormire in canottiera e a svegliarmi con la schiena indolenzita di freddo ed umidità.

Quella notte sognai di me e di me ancora.
Ed eravamo entrambi nella Fiat Tempra Bianca 1.4 ie targata Viterbo, la mia prima macchina, quella dove scopai la prima volta. Un rottame che non esiste più e tornava dal passato ci ospitava mentre eravamo su una salita e l'altro me guidava.
-Dov'è che vai!? Dove vai?
e cominciò a ridere.
Sentii il male spandersi nell'abitacolo insieme a quella risata che risunava in faccia ai vetri bagnati fi pioggia scrosciante. Il cielo era schiarito sul fondo e si vedeva una luna velata coi contorni colo blu.
- Dove cazzo mi porti, TaZ!!?

Dritti al burrone.

Mi svegliai di soprassalto e, con la paura che trovò un pò di spazio in mezzo ai tremolii di freddo sul groppo della schiena, andai a lavorare anche quel mattino.

Se esiste un dio che giudica alla fine, con asprezza ci giudicherà non per i peccati che abbiamo commesso ma per come abbiamo sprecato la vita.

14.6.08

Onirismo Lettorico

É ufficialmente aperta per voi, cari deplorevoli lettori, la rubrica "Onirismo Lettorico".
Il Dott. TaZ vi presterà occhi, mente e, se ci esce, un po' di pesce ogni qual volta scriverete di proiezioni oniriche all'indirizzo: diavoletto.taz@gmail.com .

A voi la seconda lettera.
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Dottore...io ho sognato che facevo l'amore con un uomo che desidero molto, ma lui non era dentro di me, ma sopra di me e poi mi inondava tutta, come ricoperta di un velo caldo.

....è grave?!


Saluti, M
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Signorina M,
il velo la ricopriva tutta? Completamente?

Bene, se così è grave. Per il tizio.
Lei non si stanchi di pensare certe cose. Il mondo ha bisogno di certa audacia. Di certe donne.
"Nel mondo dell'inganno globale, un orgasmo vero è un atto rivoluzionario".

Felici scopate a tutti

Dr. TaZ

P.S.
É tardo pomeriggio e, sconvolto, non sono riuscito a fare il mio pisolino per dimenticare il mondo. Un sacchetto scrotale simile è un'ingiustizia.

11.6.08

Lettere di lettori #1


Spett.le Dott. Taz,
Le scrivo per un sogno che ho fatto proprio stanotte, praticamente ieri.

Però forse l’ho fatto stamattina poco prima di svegliarmi e forse allora, come si dice, si avvera. Dunque, sognai che ero su un treno:

L’eurostar, ma proprio uguale a quello che si prende e che si prenota al telefono e il biglietto ti arriva sul cellulare. Costa un po’ di più, ma se hai fretta, per buoni motivi (capsci amme’), vale la pena. Ma andiamo al sodo. Ero diretta a Milano, anche se, in realtà, il treno era diretto a Milano.

A un certo punto, come se mi svegliassi da quell’addormentamento stupido che ti piglia in treno, mi metto a guardare fuori per capire dov'ero. Si vedevano strutture belle e grandi, che in realtà non ho mai visto sulla linea per Milano, ma molto giuste per la stazione di una città . A un tratto appare la scritta ‘Bologna’. Non manca molto, dico io. E mentre lo dico, tra me e me, penso di dare un’occhiata alla valigia. Ma la valigia non c’e’. Non c’e’ sopra, non c’e’ accanto e neppure nell’apposito spazio tra i sedili. (Avete presente com’e’ fatto l’eurostar ?) . L’idea piu’ logica di furto, (mentre dormivo magari qualcuno è sceso a Firenze con la mia valigia)….neppure mi sfiora.

Conclusione: sono partita senza valigia. Non come quell’altro sogno, un po’ ricorrente, dove vado invitata a casa di qualcuno e mi ritrovo senza il pigiama: qui ho proprio lasciato TUTTO a casa, compreso lo spazzolino e il necessario per togliermi quel pò di trucco agli occhi. Mi vorreste chiedere se ero angosciata nel sogno per questa scoperta ? No, solo stupita. Mi dissi: non devo restare molto. Mi arrangerò con quello che ho addosso, me lo farò bastare.

Il sogno è questo. Poi ha suonato la sveglia.
Cosa significa?
Eppoi, dott. Taz, che numeri ci posso giocare da questo sogno ?

Con trepidazione attendo cortese risposta.


Miss P.

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La sveglia arriva sempre sul più bello: il negro alla stazione di milano!

Signorina,
se ha visto strutture belle e grandi ed era diretta a Milano, allora il treno veniva dalla Svizzera e chissà dove andava.
Seppoi era senza valigia beh, allora significa che proprio non la doveva portare cosa alcuna. Doveva partire senza storia, senza ricordi, senza pezze provenienti dal passato; solo con lei, la sua faccia, i suoi chili di carne, le tette e le autoreggenti. Essenziale viaggio verso la meta essenziale e ed orgasmante (aqquanto sembra).

Il sogno è cattivissimo: deve scopare di più.

Comincio a pensare che negli eurostar ci si vada per andare a chiavare: siamo tutti trasfertisti più o meno sessuali.

56 e 26 per Napoli.

7.6.08

sette giugno

Mi ero dato per malato quel giorno.
Marcii nel letto fino alle undici del mattino.
Guardai oltre la zanzariera fino alle ventitré.
Adorno d'una canottiera giallo senape a girocollo guardavo il mondo da dietro la zanzariera senza che mi rispondesse.

Per tutta la mattina dopo cercai sesso.
Per tutto il pomeriggio cercai una donna con cui parlare.
Per tutta la sera cercai una donna silenziosa che si lasciasse accarezzare i capelli e le guance. Senza che ci presentassimo. Senza dire. Persenzaniente. E andarsene. Per sempre.
Per tutta la notte cercai compagnia per bere.

Ma sul comodino c'era solo un euro.
Ma di lato al comdino c'era solo il letto sfatto e un tale con una canottiera giallo senape a girocollo.

Allora decisi di depilarmi il cazzo.

E la mattina dopo ci saremmo incontrati tutti al bar, a mangiarci le palle dei nostri datori di lavoro con gli stuzzicadenti dentro al Martini.(*)

(*)Ulisse Guarino - xxx

6.6.08

La cattiva strada

Alla parata militare
sputò negli occhi a un innocente
e quando lui chiese "Perché "
lui gli rispose "Questo è niente
e adesso è ora che io vada"
e l'innocente lo seguì,
senza le armi lo seguì
sulla sua cattiva strada.

Sui viali dietro la stazione
rubò l'incasso a una regina
e quando lei gli disse "Come "
lui le risposte "Forse è meglio è come prima
forse è ora che io vada "
e la regina lo seguì
col suo dolore lo seguì
sulla sua cattiva strada.

E in una notte senza luna
truccò le stelle ad un pilota
quando l'aeroplano cadde
lui disse "È colpa di chi muore
comunque è meglio che io vada "
ed il pilota lo seguì
senza le stelle lo seguì
sulla sua cattiva strada.

A un diciottenne alcolizzato
versò da bere ancora un poco
e mentre quello lo guardava
lui disse "Amico ci scommetto stai per dirmi
adesso è ora che io vada"
l'alcolizzato lo capì
non disse niente e lo seguì
sulla sua cattiva strada.

Ad un processo per amore
baciò le bocche dei giurati
e ai loro sguardi imbarazzati
rispose "Adesso è più normale
adesso è meglio, adesso è giusto, giusto, è giusto
che io vada "
ed i giurati lo seguirono
a bocca aperta lo seguirono
sulla sua cattiva strada,
sulla sua cattiva strada.

E quando poi sparì del tutto
a chi diceva "È stato un male"
a chi diceva "È stato un bene "
raccomandò "Non vi conviene
venir con me dovunque vada,
ma c'è amore un po' per tutti
e tutti quanti hanno un amore
sulla cattiva strada
sulla cattiva strada.
F. De André

5.6.08

dignitade

di|gni|
s.f.inv.
AU
1 condizione di onorabilità e di nobiltà morale che deriva all’uomo dalle sue qualità intrinseche o da meriti particolari; il rispetto che per tale condizione si ha di sé e si esige dagli altri: difendere, tutelare la propria d., mancare, essere privo, non avere un briciolo di d., un crimine che offende la d. umana | carattere nobile, esemplare o degno di rispetto: d. di un’istituzione, del lavoro
2 espressione grave e severa: d. di uno sguardo, del volto | bellezza austera: d. di un edificio
3a carica elevata, alto ufficio: d. senatoria, cardinalizia, civile, religiosa | TS dir.can., ogni titolo o ufficio a cui sono annessi privilegi, preminenze e giurisdizione
3b LE persona insignita di una carica elevata: tre badesse, fiancheggiate da altre d. ..., non volevano accettare la sua soprintendenza (Manzoni)
4 BU posizione sociale elevata
5 TS filos., non com., principio generale e assoluto, assioma

4.6.08

quattro giugno

Quel giorno finì così presto che non mi sembrò neanche di vederla l'alba.
Quell'alba così piovosa e fredda nonostante il giugno ci braccasse.
Non vidi nulla. Niente.

Ad occhi appena schiusi tentennai sul fianco prima di decidere se chiamare il dottore o andare al lavoro.

Quella mattina ero malato.
Avevo un leggero mal di stomaco per tutta la solitudine inghiottita in quei giorni.
La testa era sbronza di stanchezza.

Avrei voluto dormire e difendermi con le zanzariere dalla giornata che voleva pungermi.
E non sarei andato al fiume né altrove.

Sarei rimasto lì, a tracciare con la vergognosa scarna sintassi di un giornalista di cronaca sportiva o nera di quotidiani locali, drammatizzando sul quanto c'è brutto a vedere il giorno fuori e l'uomo dentro, così, senza che puoi farci niente.

Cinecitazione #3


Andreotti: Non capisco adesso cosa vuole da me, signora
Signora: ... (lo abbraccia)
A: Sa quante persone ho conosciuto io? Circa trecentomila. E crede che questa folla oceanica sia servita a farmi sentire meno solo?
S: ...
A: Goda della sua storia col giovane. Il suo amante è il raffreddore di una stagione. Suo marito è la cura benefica, eterna, per la malattia che ci contamina tutti: la solitudine. Torni a casa.
S: ...

Il divo - P. Sorrentino (2008)