29.1.06

untimeble


Ogni pomeriggio e ed ogni sera. Di ogni domenica.
Raffinata tortura di un tempo che si accartoccia.
Sofferenza di una morte a guizzi.Giuro.

25.1.06

emozione metalmeccanica


Quella sera Michele erano quasi trent'anni che lavorava, e tornava a casa tardi come sempre.
Quando entrò per la prima volta in una fabbrica aveva si e no 20 anni e un contratto a tempo indeterminato. Poi i padroni chiusero. e ancora oggi non si sa se stanno nel sud-est asiatico o in qualche paese dei caraibi.

Sale le scale piano e in silenzio. Non bussa. In punta di piedi ficca la chiave nella mascatura ed entra. In mano c'ha una lettera bianca.
La moglie è in cucina che da quasi trent'anni lo aspetta ogni sera, vestita sempre male (nonostante la bellezza), con la casa calda e in mezzo ai fumi della cena.
Michele si siede. Poggia sul tavolo la lettera mentre con l'altra mano si sponta la zip del giubbino passato dall'azienda.
Filomena inforca gli occhiali per leggere e decifra, lettera per lettera, sillabando quanto scritto.
La lettera è dell'azienda e annuncia che Michele ha avuto il quinto livello metalmeccanici. Poi legge sotto
"le sarà corrisposto un aumento di stipendio pari a €1227 lordi annui."
Filomena piglia la calcolatrice e e leva dai 1227 il 32% di tasse governative, divide per 12 e guarda il display a cristalli liquidi con l'ansia. La calcolatrice la guarda in faccia ed esprime la certezza matematica: "€71,575".
Si alza una voce, che nella nebbia della cucina non si sa da dove viene:
- "Mannaggiamaronna!"
- "Wa Miché, tu sì o meglio! O' cchiù gruoss! Però chesta gente j mmerd cocche cusarella j cchiù t'ho putevano mettere dinto a' busta!"
- "Filumé, fFlumé... che t'aggia dicere... sasera che se magna?"
- "Ti ho preparato la lasagna, oggi mi prudevano le mani e me lo sentivo che qualcosa di buono c'era da festeggiare"
- "Wa spettacolare! E pe' sicondo?"
- "Pollo fritto, insalata e poi alla fine t'aggia fatt a' tort j mele"
- "Wa Filumé si a' meglio"
- "E Pasquale?"
- "Pasquale viene più tardi. Gli serve la macchina"
Si siedono e mentre cenano si ignorano come almeno 25 anni a questa parte. Guardano la televisione. La campagna elettorale. Il Papa. Un pò di gente morta. Qualche arresto per droga. Un paio di storie di puttane. Mangiare. Bere. Pubblicità. Dolce. Caffè e sicaretta. Poche parole.

Michele si leva le scarpe e l'atmosfera diventa un pò irrespirabile.
Su una rete statale pagata col canone, fa un programma dove c'è un pucchiaccone che fa vedere le macchine con lei che ci si struscia sopra parlandone con un'aria un pò particolare, come se stesse parlando di pesci.
Michele guarda le macchine, e ad ogni sgommata allucca
"Filumé, guarda chesta! Accattamece chesta!"
Arriva Pasquale. Entra. Saluta. Si siede. Mangia e non dice una parola.
Michele, intanto, ha scelto il programma della sera. Quello di tutte le altre sere: un film americano. Uno di quelli dove, per la fine, ci stanno almeno 5-6 muorti accisi, un paio di scomparsi. 53 schizzi di sangue e perlomeno un paio di zoccole di quelle fatte a mestiere. 3-4 infami che fanno i cattivi ma non muoiono e un solo eroe che scassa il mazzo a tutti quelli che stanno sul set e alla fine, se gli va bene, si chiava pure alla tipa con la 6° di zizze e i capelli biondi.

Pasquale prende le chiavi dal mobile e se ne và.
"Filumé, quanno ha ditto che torna?"
"Fà tardi Miché. Me vaco a fà na doccia. T'aspetto allà fra poco..."
Michele a come sente queste parole, prende la bottiglia del Petrus, e ci dà un paio di botte prima di passare a quella del Gec Deniels. Si lava i piedi, si mette il deodorante, e si presenta di là.

Filomena aveva preparato i festeggiamenti.
Michele la zompa addosso, e mentre comincia a dare qualche menata di lingua, proprio mentre Filomena è bagnata come l'erba dei prati di quelle mattine d'ottobre, buona da mangiare, Michele allarga la molla della mutanda e butta un occhio.
Niente.
Un altro pò.
Occhiatina.
Niente.

Filomena comprende la situazione, e con la bocca e la saliva costruisce castelli erotici dalla base fallica. Il party è finito. Filomena si può pure levare le autoreggenti.

Michelino chiude gli occhi, e mentre jastemma il bambinello elettronico, immagina se stesso piccolo, sulla graziella blu, mantre impennava su una ruota e l'unico pensiero era saltare sui montoni di terra depositata per la costruzione del nuovo centro abitato.
E ricorda i pomeriggi di giugno, in mezzo al grano, tra gli ulivi, che correva dietro a Maria.
Maria. La prima femmina che si chiavò.
"Filumé... te voglio bbene."
Filomena sorrise. La notte scese. Le mani si strinsero.
Quel giorno era cambiato proprio tutto.

La mattina dopo, Michele si mise la giacchetta buona.

Ritagli (gennaio 06)



Ruini: Cattolici alle urne

da rainews24.it (25.01.06)
"In vista del prossimo appuntamento elettorale - spiega il presidente della Cei - confermiamo in primo luogo quella linea di non coinvolgerci, come Chiesa e quindi anche come clero e come organismi ecclesiali, in alcuna scelta di schieramento politico o di partito". Ma la Chiesa ritiene proprio "dovere riproporre, con rispetto e chiarezza, agli elettori e futuri eletti" alcuni "contenuti irrinunciabili" che, con il Papa, considera non "norme della morale cattolica" ma "verità elementari che riguardano la nostra comune umanità". La preoccupazione del vicario del Papa è che si affermi la "tendenza" a "introdurre normative che, mentre non rispondono ad effettive esigenze sociali, comprometterebbero gravemente il valore e le funzioni della famiglia legittima fondata sul matrimonio e il rispetto che si deve alla vita umana dal concepimento al suo termine naturale". Questa tendenza "richiede un supplemento di attenzione a questi temi - sottolinea Ruini - nelle scelte degli elettori e poi nell'esercizio delle loro responsabilita' da parte dei futuri parlamentari".
In un altro passaggio il presidente della Cei ha criticato la recente approvazione da parte della Ue di una risoluzione che "sollecita una equiparazione dei diritti delle coppie omosessuali con quelli delle vere e legittime famiglie". "Conforta il fatto - aveva commentato - che gran parte degli europarlamentari italiani si e' opposta a tale risoluzione".

Per Ruini bisogna proseguire la "pacificazione" in Medio oriente nonostante la "grave malattia" di Sharon e di "isolare i fanatici del terrorismo" in Iraq. In un passaggio sul rapporto tra verità e pace, inoltre, Ruini segnala come siano "degni di gratitudine i tanti militari impegnati in delicate operazioni di composizione dei conflitti e ripristino delle condizioni di pace"

Camera approva legge su legittima difesa a casa e in Negozio
da www.osservatoriosullalegalita.org (24.01.06)

Approvata oggi alla Camera dei deputati la legge sulla legittima difesa (modifica all'articolo 52 del codice penale in materia di diritto all'autotutela in privato domicilio), gia' approvata al Senato. Il voto e' stato a scrutinio segreto, con 244 voti favorevoli e 175 contrari.

Secondo i presentatori, il testo e' volto ad introdurre la presunzione della proporzionalita' tra la difesa e l'offesa qualora la prima miri a difendere la propria o l'altrui incolumita' ovvero i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione, qualora ricorrano gli estremi della violazione di domicilio, ovvero quando il fatto avvenga all'interno di un luogo ove si eserciti un'attivita' commerciale, professionale o imprenditoriale.

Nell'esprimere parere favorevole, il Comitato permanente per i pareri della prima Commissione aveva fatto rilevare che il testo e' volto ad escludere la punibilita' di qualsiasi reazione anche in caso sdi possibile reato di particolare gravità quale, ad esempio, l'omicidio, a prescindere sia dal diritto che si è inteso difendere («incolumità propria o altrui» o «beni propri o altrui,.... quando vi è pericolo di aggressione»), sia dalla gravita' della potenziale offesa.

Percio' il Comitato aveva sollecitato a verificare la pdl alla luce dell'articolo 2 della Costituzione, che «riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo» e tra questi, in primo luogo, il bene della vita umana, la cui tutela è posta al di sopra di quella riservata ad altri diritti pur costituzionalmente tutelati. Inoltre suggeriva di verificarne la congruenza con l'articolo 3 della Costituzione, alla luce del principio di ragionevolezza, in funzione del tipo di reazione e del luogo dove essa si svolge.

La Lega ha Nord sempre sostenuto il testo nella sua interezza ed ha quindi esultato per l'approvzione definitva. L'Unione ha votato contro ed ha espresso commenti negativi e timori sulle possibili conseguenze.

Catechismo: si alla pena di morte
dal "Nuovo Catechismo della religione Cattolica"
2267 L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.

Alitalia, continua caos. Maroni:se fallisce non è dramma
reuters.it (23.01.03)

Amen.

22.1.06

Morte di Tiche

Titolo: Tiche puttana
Tecnica: pastello a spirito su duplice cartella "Bingo"
Tipologia: Opera Permanente esposta al "Museo dell'arte del Capello" c/o"Coiffeur Angelo"

17.1.06

core ammore


La mia armonica. La tua chitarra.
Le nostre voci divertite sorridono sopra ogni orgasmo.
Vino spumante, cioccolato, roba da bere.
Lo sguardo nascosto da quella tenera frangetta che ti svela ragazza. Spensierata che allunghi le tue dita sui diari adolescenti, sui colori che disegnano amori, sulle matite che scrivono nomi. Dovunque. Ogni giorno un nome nuovo.

Occhi che sputano felicità al mondo sporcandogli la faccia di un'innocenza primordiale: vento che soffia sulle girandole elicoidali e colorate strete in mano tra le corse sui prati sterminati, e ancora freddi. Sulle spiagge ruvide del febbraio mordente.

La tua coscia nasconde l'altra e le tue mani balzano fuori sul mio corpo, che balza sul tuo. Che si rincorrono e si azzuffano come gatti. Tra le lenzuola sfilacciate in gomitoli di lana rossa.

E scopiamo sui sedili. Nel bagno. Sul letto. Poggiati alle pareti di cartapesta. Sul pavimento. In un vicolo. Sul tavolo. Sul divano. Nello sgabuzzino. Sul lavabo, mentre strofini i miei vestiti lerci. Mentre le mie mani si bagnano d'acqua calda per invadere il tuo petto mentre il mio invade la tua schiena. E sono dietro e dentro di te.
E siamo ballerini. E siamo una danza.
Siamo cielo e soffitto.
Aria e cemento.
E siamo te. Ed io.
Dio!

15.1.06

smarrimento

Titolo: smarrimento
Tecnica: penna bic e pastello a spirito su quaderno a quadretti
Tipologia: opera permanente

14.1.06

Arcizoccole

Serata liscia. Come l'acqua VERA della Nestlé.

Ho assistito a una premiazione di una scrittrice (Parrella - Per grazia ricevuta) presso l'arcidiocesi di un paesotto vicino.
L'arcivescovo dell'arcidiocesi che consegnava l'arcipremio non aveva letto l'arcilibro arcipremiato e finalista premio strega. N'arcifigura j mmerd.

Però ha fatto un bel discorso sulla globalizzazione, dicendo che è cosa buona giusta, soprattutto per la teologia, perchè così tutto il mondo sarà cattolico.
Oh, parlava come tutti gli arcivescovi e i vescovi e i papi. La cadenza. I gesti delle mani. Le parole. Le cazzate che dicono. Oh, tutte uguali.
Non c'è che da dire. Associazionismo ineffabile d'alta classe.

La cosa più bella: il ritorno.
Strada statale. Fuochi. Prostitute.
Ma così bone, ma così bone che strafiche così fai fatica a trovarle in giro.
Minigonne spettacolari, minigonne di ginz, stivali a zoccola esaggerati, coscioni tropp bell...
Una donna da fidanzato italiana non s'organizza quasi mai così per una chiavata.

Non c'è che dire.
Ore memorabili.

9.1.06

trip


Vidi partire una coccinella. Piangeva.
- Dove vai coccinella?
- Lontano. Milano. Sai, un futuro. Forse una stanza condivisa. Un investimento casuale per un probabile lavoro.
- Buon viaggio coccinella...
- Speriamo.
Mossomi di poche stazioni e vidi partire un barbaro.
- Dova vai barbaro?
- Lontano. Ho un lavoro di 2 giorni a settimana. Al Nord-Est. A Padova.
- Padova? E poi? Rientri?
- Si, mercoledì notte starò quì di nuovo per ripartire lunedì. Se faccio così forse un giorno avrò un lavoro. Dei soldi. Qualcosa da fare e i soldi per vedere quei posti che ci raccontavamo l'altra sera al bar.

- In bocca al lupo... barbaro di un compagno.

Tra un vagone e un passante dagli occhi scavati e l'alito pesante una rosa linda. Donna. Pelle chiara.
- Oh, sciao Rosa! Dov'è che vai col borsone?
- Torino...
- E per cosa?
- Un concorso. Poi se va male ce n'è un altro. E poi un altro. E poi un altro a Venezia..
E poi, sai, sto investendo dei soldi. Un bel pò. Vado periodicamente a Roma, da uno che se ti prepara lui, hai buone probabilità in magistratura.
- Ah, speriamo. Buon viaggio...
-Spero che sull'intercity non ci siano le pulci come l'ultima volta.
- Al TG dicevano che forse i treni da qualche settimana li hanno lavati. Sai, la puliza dei treni è una notizia da TG.
Laureati. Migranti temporanei. Energie. Menti. Forze. Gente che viaggia in seconda classe su intercity scarupati con biglietti economy. Treni che percorrono almeno 800 km con paio d'ore di ritardo all'andata. Un paio al ritorno.
Di tanto in tanto ne deraglia qualcuno, ammazzando fisicamente svariati esemplari di cani. Ma fa niente. Non contano granché.
Giorni, smarriti in interminabili giri di ruote di acciaio temprato risparmiando soldi per un'altra raccomandata con ricevuta di ritorno. Per l'ennesimo concorso.
Giorni che non valgono niente. Che non valgono un cazzo.

Non valgono l'amore che si lascia.
Non valgono la famiglia.
Non valgono i sorrisi vivi, né il mare, né il sole.
Né l'aria fresca dei giorni sereni del Sud.

Tempo di giorni che non valgono fremiti di speranza.
Gemiti di sogni che nascono sotto gli aghi inchiostrati di obliteratrici giallo sciorda.
Palpiti di futuro in carta timbrata con filigrana in controluce. Sgualciti tra le mani e nelle tasche.
Stritolati all'arrivo per poi deperire gettati in un cestino di alluminio dal DESAIGN accattivante. Morire, e lì freddi, bagnarsi la faccia con gocce di bevanda multinazionale aspirata da pargoli di città, o da stranieri in visita di cortesia. Forse da un ventenne in giacca che corre tra un negozio di lavoro e l'altro.

L'altra città. L'ennesima città. L'ultima città.

Progetti bruciati da una camorra soffocante. Da politici che vendono ogni cosa.
Cuori innaffiati d'urina di politicanti che mettono all'asta diplomi, esami, lauree, concorsi, corsi di formazione.
Urina di mafiosi che offrono luoghi turistici, chilometri di spiagge, chilometri quadrati di città, chilometri cubi di mare. Decametri di costa.

Luridi bastardi che cacano su ettolitri di litri d'acqu corrente. Che versano mercurio in falde acquifere. Che vendono alberi in cambio di centrali. Campagne in cambio di qualche Watt.

Figli in cambio di €10. Di un posto da spazzino.

Chiavate in cambio di promesse.
Sburra.
Orgasmi senza riscatto.

1.1.06

Capodanno

30 minuti. Mio padre con le mani strette ai tentacoli. Vasca piena. Quel cazzo di purpo non è morto. Affogato.
Alla fine ci ho chiavato un cazzotto in testa, mamma ci ha menato sopra un pò di sarza... e ce lo siamo magnati così.
Il fatto è che me lo sento ancora che si muove nella panza.

Gli ultimi 3 giorni a casa mia non ha bussato nessuno.
Chiunque si appresentava, lo si menava nel forno con le patate.
Antipastino.
Linguine con scampi, che ancora non ho capito a cosa sono scampati.

In tutto, a tavola eravamo in 4, compreso il fratello del purpo. Ospite d'onore.

Blob.
Il presidente della Repubblica. Lui. IL FIRMATORE.
Firma qualunque cosa. Pure le giustifiche per i filoni e gli assegni in bianco.
Lui lo pagano. E lui firma. Tutto. Senza leggere.
L'unica cosa che legge è il cazzo di "discorso di fine anno", parole che, quando al presidente gli va bene, sono seguite da almeno 3 milioni di rutti MADE IN ITALY.

Bordello, festini, tracchi, botte, bombe, rauti, razzetti, pallonidimaradona, zizzedellalecciso.
Tra Caserta e Napoli la meglio gente sparata: fucili a pallettoni appostati da sopra i balconi.

Cessi giù dalle finestre. Calendari. Servizi di bicchieri e da thé. Coperte, specchi, mobili, lavatrici, jastemme, bottiglie, bidé, mugliere, mariti, criaturi... tutto... tutto volava dai balconi di Napoli.

Noi sotto i muri che correvamo, a tipo zoccole, per arrivare sul lungomare.
Fuochi d'artificio. Alberghi di lusso. Straniere che chiavavano e che, per un attimo, le vedevi affacciarsi tutte spogliate coi mariti che gridavano in tedesco
- Oooohh! addò cazz vaje? T'aggia scassà a' patana!
Luci. Luciarelle. Euforia. Baci. Maniate. Femminone scosciazzate in minigonne e tacchiaspillo. Vestiti da paura, pellicce, femmine che solo a vederle i tuoi neuroni trasmettevano film porno alle pupille, e rimanevi così, smascellato, fino all'arrivo del primo cuppulone (ceffone dietro la nuca) della tua cumpagnella che urlava
- O' solit puorc! Pure a Capodanno!
E tu:
- No, osservavo l'idiozia di queste donne che adorano coprirsi di ermellini morti. Stronze.. anzi... zoccole!
Alcool sottobraccio, nucelle, sicarette. Risate.

23 minuti. Il tempo che fai la prima osservazione, la prima battuta, e ti rendi conto che sei uguale a te stesso. Allo stesso che 24 minuti prima si accingeva a spilare la sciampàgnia. Identico al te di poc'anzi.
Auguri, propositi di cambiamento.
Capodanno: fiducia, attesa, aspettativa, desiderio, sogno, illusione, miraggio, fantasia, fantasticheria, utopia, chimera, lusinga, augurio, auspicio.

Le speranze di un futuro migliore esplodono in un tracco che scoppia sotto il mio piede.

Un tipo ubriaco jastemma. Io con lui.
Ridiamo. Beviamo un altro sorso di Jack.
Jack beve un altro sorso di noi.

Jastemmiamo di nuovo.

Capodanno.
Ieri no, nemmeno adesso, ma domani...

P.S. Ma perchè si chiamano "Botti di Natale" se si sparano a Capodanno?