6.9.07

Manifesto dell'odio

C'è mica più bisogno di nasconderlo al rampante “costumatismo” dei democratici cittadini globali. Altro non sono, quelle a venire, che parole di un democratico villano del Sud.
C'è bisogno di esprimere tutto il rancore, esigenza di esternare l'insopprimibile senso di ripudio, di astio, di vergognosa malcelata ostilità.

C'è bisogno d'interrompere le forme di dialogo e di riprendere nelle mani il pugno della controversia irrisolvibile, della questione abbandonata.

Vi odio per il tasso di mercurio e le vernici tossiche che alimentano i vegetali che riempiono i ventri delle nostre vacche; vi odio per i provvedimenti del terremoto dell'80 e per quanto ne avete divorato.

Vi odio per il tasso tumorale quintuplicato che ci donate ogni giorno, per l'aria malsana che respiriamo. Vi odio per le strade perdute, disperse, allagate, frantumate, sotterrate, atterrate con le nostre coscienze sociali.

Vi odio per i vostri becchi di corvi che gracchiano e punzecchiano membra di fetide genti divelte: carcasse di bestie in sovrabbondanza spasimanti e dispersi lungo terra arsa di sole.
Vi odio per le scuole scassate, i muri scritti, le palestre inesistenti. Vi odio per i centri sociali negati, per il verde pubblico donato agli assessori.

Vi odio per le innumerevoli promesse fatte ai creduloni inetti, per i concorsi che truccate, per i posti che spartite con i cammorristi. Vi odio per i camorristi che ospitate nel vostro covo democratico ed a cui affidate ruoli di antimafia. Vi odio per Andreotti ancora al senato che può decidere la fiducia al governo. Vi odio per le vosre leggi inutili, per l'impunità dei potenti e la certezza della pena per gli stupidi.

Vi odio per l'economia che state finendo di mettere appunto, eretta su solide fondamenta belle salde sui binari della speculazione finanziaria dove viaggia.

Vi odio per l'alto tasso di fame, disoccupazione e miseria in cui ci tenete, ed attraverso il quale ripagate il lustro delle zone migliori: fiori all'occhiello che crescono ed evolvono sulle nostre facce, sui piedi che strusciano sulle gote nostre sfregiate di ferite ricolme di larve.

Vi odio per il lavoro in cambio di niente a cui ci costringete e per le vostre leggi che tutelano il disagio. Per la scuola che non insegna, l'università che ci fa succhiare alle mammelle delle chimere e il lavoro che divarica i nostri deretani discriminando, per rigorosi motivi etici e democratici, qualsivoglia lubrificante: La chiesa sarebbe contraria. E Biagi è un martire del lavoro.
Vi odio perché ci costringete ogni giorno a non fidarci dei morti di fame come noi, perché ci spingete ad odiarci come cagne assetate di cibo con la testa dinanzi alla stessa scodella. Vi odio perché ci avete strappato l'idea della famiglia che democraticamente tutelate e sponsorizzate con i vostri amici preti, perché ci costringete ad essere fidanzati fino a 50 anni negandoci perfino un patto civile tra bastardi schifosi in cerca di reciproca solidarietà.

Vi odio per i vostri bidé di solidarietà. Per i vostri pediluvi di pace. Per le vostre palle al vento e le nostre mamme bianche e povere e calve.
Vi odio per il pane aumentato del doppio in 2 giorni, per le elezioni, per i partiti.

Ma, soprattutto, odio quelle odiosissime cravatte a pois.
Il vostro buongusto è morto con l'irrealizzato sogno circa la vostra amichetta delle medie che puntualmente ve la negò.
Vi odio: ridicoli stereotipi di macho, vecchi anchilosati idioti.