28.7.08

Gaetano Bresci 29 luglio 1900-2008


Io non ho ucciso Umberto. Io ho ucciso il re. Ho ucciso un principio

Uccise a Monza, la sera di domenica 29 luglio 1900, sparandogli contro tre colpi di pistola (o quattro, le fonti storiche non concordano), il re d'Italia, Umberto I di Savoia. Il sovrano stava rientrando in carrozza nella sua residenza monzese dopo aver assistito a un saggio ginnico cui seguì una premiazione presso la società sportiva Forti e Liberi. L'assassinio, immortalato in una celebre tavola del pittore Achille Beltrame per La Domenica del Corriere, avvenne sotto gli occhi della popolazione festante che salutava il monarca. Bresci si lasciò catturare dal carabiniere Andrea Braggio senza opporre resistenza; e fu lo stesso carabiniere a salvarlo, proteggendolo dal linciaggio a cui stava per essere sottoposto dalla folla inferocita.

Emigrato tempo prima a Paterson (New Jersey, USA), l'anarchico era rientrato appositamente in Italia con il preciso intento di uccidere Umberto I: intendeva così vendicare la strage avvenuta a Milano nel 1898, quando l'esercito guidato dal generale Bava-Beccaris sparò su una folla di manifestanti (il totale dei morti non è mai stato accertato, ma superò sicuramente il centinaio).

Bresci durante il processo

Bresci, difeso dall'avvocato Francesco Saverio Merlino, dopo il rifiuto di Filippo Turati, fu processato per regicidio e condannato a morte, con pena poi commutata in lavori forzati a vita da re Vittorio Emanuele III (fu l'ultimo caso che si ricordi in cui un re d'Italia commutò una pena). Alle ore 12 del 23 gennaio del 1901 dopo un trasferimento via mare sulla nave da guerra Messaggero il Bresci è rinchiuso nel suo ultimo domicilio. Per poterlo controllare a vista venne edificata per lui una speciale cella di tre metri per tre, priva di suppellettili, nel penitenziario di Santo Stefano, presso Ventotene (Isole Ponziane). Il suo numero di matricola è il 515. Indossa la divisa degli ergastolani, con le mostrine nere che indicano i colpevoli dei delitti più gravi. I piedi sono avvinti in catena. Ogni giorno riceve il vitto di spettanza: una gamella di zuppa magra ed una pagnotta. Ha facoltà di acquistare generi alimentari allo spaccio, ma si avvale raramente di questa concessione. Delle sessanta lire depositate presso l'amministrazione dell'ergastolo (e spedite dall' America dalla moglie) riesce a spenderne meno di dieci. Il comportamento del detenuto è giudicato tranquillo, normale. Bresci riceve la visita del cappellano del carcere don Antonio Fasulo, ma rinunzia al conforto della conversazione. Si fa dare una Bibbia, che legge ogni tanto, poi, tra gli scarsi volumi della biblioteca carceraria, sceglie un vocabolario italiano-francese. Lo troverà aperto, quel pomeriggio del 22 maggio 1901 il direttore del carcere venuto a constatare la sua morte.

24.7.08

Matteo 25

Ero nudo e me l'avete messo nel culo,
Ero affamato e mi avete fatto ubriacare,
Avevo sete e mi avete abbuffato di freselle,
innocente e mi avete carcerato.
Mò, ci avete cacato il cazzo.

17.7.08

femmine napoletane

ANSA: Una rissa per contendersi un posto auto per disabili. Le protagoniste sono sette donne, tutte residenti ad Ercolano. Si sono insultate e picchiate, fino a colpire con lanci e pugni anche i carabinieri giunti sul posto per dividerle. Ora sono tutte accusate di rissa aggravata e resistenza a pubblico ufficiale. Arrestate dai carabinieri di Torre del Greco in flagranza di reato, sono in attesa di essere giudicate per rito direttissimo.

Dopo essere state bloccate, le donne sono state trasportate all'ospedale Maresca di Torre del Greco per lievi escoriazioni.

16.7.08

ArTaZ #1: Quinto Livello Metalmeccanico

Titolo: Quinto Livello Metalmeccanico
Data: 16 luglio 2008
Tecnica: Acrilico su cartone telato
Dimensioni: 35x50cm

Ingenuità (autocritica):
  1. Pennello troppo grande
  2. Tavola troppo piccola
  3. Troppo rosso dominante
Propositi: Da rifare con accorgimenti e colori nuovi.
Voto: At vous

11.7.08

Gravità

Dopo Fisica1, comprai una pala e cominciai a scavare nel giardino un fosso.
Non ricordo quanti anni contai fino a che il mio ombelico coincidesse col centro di massa del pianeta.

Nel vano tentativo d'implodere, deluso, sputai addosso alle congetture.
E risalii in superficie e niente fu più come prima, tranne la questione della gravità e la gravità della questione.

- Femmina.
- Maschio... dimmi.
- Potrei schematizzare tutto il corpo tuo come un'unico punto e sai dov'è la fregatura?
- Dove?
- Che non sarebbe mai il tuo punto G.

5.7.08

cinque luglio


Dentro a questo giorno caldo
stormito d'insolita frescura
ho sete della carne tua
impacchettata dentro alla seta
liscia
del tuo chimono
rosso.

3.7.08

epilogo


- Un succo di frutta all'arancia.
- Due. Il mio con ghiaccio. Grazie.
- Anche il mio.

- Che bello il mercato. E' un fenomeno sociale senza tempo.
- Si. E' vero. Però il mercato del sabato è meno autentico.
- Dice? Si... troppi colletti bianchi in mezzo alla frutta stonano.
- Mi firma allora?
- Certo che firmo. Togliermi dalle palle la vostra azienda è la mia pace.
- hehehehe
- Che fa? Ride?
- Non posso parlare. In fondo sono ancora un dipendente.
- Beh, ha un futuro!
- Hehehehe potessi me ne andrei in inghilterra.
- Però... a far cosa?
- Pasta asciutta. Quei coglioni degl'inglesi vanno matti per le cazzate italiane. Vorrei una casa in campagna e un cane e... mia moglie.
- Lo faccia.
- Mia moglie non vuole.
- Provi col cane.
- Ci andrò appena finirò di lavorare. Fino alla morte.
- Le auguro che la morte non giochi d'anticipo. Una fine bucolica è anche il mio sogno.
- Lei è un galantuomo.
- Lo so. E per gli scostumati proporrei la violenza fisica quotidiana. Ho incontrato camorristi molto meno scostumati del direttore.
- Hehehehe
- La scostumatezza è una malattia genetica che si manifesta e degenera in assenza di mazzate.
- Pensavo alla sua lettera di dimissioni e a quella indirizzata al direttore.
- E cosa pensava?
- Che lei dovrebbe scrivere un libro.
- Il succo di frutta è finito. Paga lei? (sorrido)
- Bene... il mio numero ce l'ha. Qualunque cosa le occorra mi chiami.
- Lei ha il mio, per qualunque problema mi chiami. Sono meno pasticcione di lei, e più scientifico, quindi potrà chiamarmi per le cose serie.
- Hehehehehe! Arrivederla signor TaZ.
- Arrivederla signor Paolo.
Quella mattina mi sentii leggero come mai.
Montai sul sellino e, specchiandomi nelle pozze d'acqua della dignità, pedalai fino al fondo dell'anima mia.

1.7.08

primo luglio

Quella sera sarei uscito volentieri per una copula.
O, almeno, per un complemento di moto a luogo.