15.6.06

Non c'esiste


Non c'esiste più la mezza stagione,
Nè l'autunno né . La primavera forse.
Non c'esiste più la cinquecento che te l'aggiustavi da solo.
Non c'esistono più i guagliunazzi sulle grazielle in giro per le strade del mondo.
Non c'esiste più il bar che non pensa al restailing.
Non c'esistono più i treni col finestrino che lo abbassavi e cercavi di guardare più avanti al treno, e sputando colpire quello affacciato dietro.
Non c'esiste più la pianta di ciliege dove m'arrampicavo a rubarle e mangiarle urlando il nome del proprietario fino a quando questo non s'affacciava col fucile.
Non c'esiste più il pescheto dove rubavamo le pesce col motorino 50 in moto sul cavalletto per scappare più veloci dei cani.
Non c'esistono più i pomeriggi senza fare niente.
Non c'esiste più manco uno che ti telefona per fare qualcosa di folle.
Non c'esiste più Boris, e la fidanzata s'initta milligrammi di non-sense endovena.
Non c'esiste più la pace.
Non c'esistono più l'amore e l'amicizia.
Non c'esistono più le giornate di sesso che ti coloravano il pesce di viola e tu tenevi paura che fosse successo qualcosa di irreparabile al tuo orgoglio.
Non c'esiste la femmina che si stà zitta se gli dici "tu dammi quel che vuoi, io quel che posso".
Non c'esiste al linearità.
Nell'universo del non lineare non c'esiste nenache Dio, perché Dio è la soluzione banale e lineare al sistema di domande "cosa siamo? Che famo? 'ndò annamo?".
Nell'universo non c'esisti tu e non c'esisto io.
Non c'esiste niente.
La realtà è solo un ipotesi.
Noi stessi ipotesi che avanzano ipotesi che in quanto tali si materializzano altrove ipotizzando ulteriori ipotesi in un sistema universale non limitato.
Esiste un limite?
No. Non c'esiste.