26.5.08

ventisei maggio


Quella sera ero stanco.
Presi su le giacche lasciate lì da quell'inverno ancora in fondo alla strada e le portai al lavandaio per sei euro.
Ebbene, d'improvviso un futile senso di utilità economica mi pervase, feci in tempo ad ingurgitarlo con l'ultimo sorso di Peroni prima che il sole tramontasse. Prima che anche quel giorno finisse sulla ferraglia ossidata degli altri giorni accatastati dentro l'armadio quattrostagioni.


Tirai via dai cassetti il pigiama a righine da geleoto al sapore di naftalina. Ci ficcai dentro le cosce e le braccia e mi addormentai, come ogni sera, dopo un orgasmo atoprodotto che staccasse il senso di solitudine da dosso per lasciarlo dormire lì, accanto al mio fianco rigirato sul letto a due piazze.