30.6.07

Annuncio di Lavoro

*Elettronica*
Azienda, leader nel settore, cerca brillante ingegnere neolaureato massimo ventiseienne, bello, superdotato, barba fatta e occhiali dolcegabbana. Esperienza minima quinquennale pregressa. Richiesto master alla Berkley University of California.
Dataentry.
€10-15.000 lordi annui.

2° email del boss

Ieri era un fisso più 50 punti percentuale per progetto più una cifra forfettaria per il costo dei trasporti.

Oggi una mail mi ha avvisato che l'accordo è diventato una percentuale imprecisata sui progetti ed il rimborso dei titoli di viaggio effettivi.

Domani è domenica.

Ma lunedì credo che non mi presento.

29.6.07

Primo giorno di fatica


Il preludio alla sveglia è stato un sonno agitatissimo.
Ero in una casa che dava sul mare, col vento che faceva volare le tende. Bianche.
Io ero sul letto, nudo e questa era bona. Troppo bona.
E non voleva fottermi, ma che le ordinassi un pompino.
La carta dei pompini prevedeva pompini aglio e olio, al pesto o 'ndurati e fritti.
Imbarazzato chiedevo solo un pompino DELLO CHEF. Ma la casa non l'aveva.

Prima dell'alba sarò venuto 5 6 volte.

Mutande lerce.
Doccia e primo treno.
L'alifana è una linea ferroviaria senza cavi, che passa per paesi di si e no 200 abitanti e porta verso il nordest della campania.
Le stazioni sono tutte simili, stanze d'attesa cubiche e giallognole. I muri colle scritte che presentavano ancora una valenza vitale. Le panchine di listelle di legno, il sole ci sbatteva sopra rendendo il tutto un romanzo ambientato nel Sud della Francia.

Guardavo attonito il paesaggio da uomo single. Senza nemmeno una femmina ufficiosa.
Non so se mi sentivo più solo, più libero o, semplicemente, più voglioso.

Ma il giorno nuovo chiamava e non c'era tempo di pensare a cose senza rilevanza capitalistica.

Oggi era un progetto per AirOne.
Il tipo mi ha offerto il pranzo e mi ha parlato sommariamente della mia retribuzione profilandomi un futuro niente male, forse.
Il primo giorno ho lanciato 4 comandi, un pò di script, buttato giù una bozza di progetto.
Per cominciare proprio niente male.
Mi piace.
Sono un ingegnIere in fondo, cazzo.

22.6.07

ipotesi

Un viaggio.
Di sola andata senza meta.
Il mio passato s'è chiuso d'imprivviso. La mia vita si è spenta fino a deprimersi.
Non sono questo io. Sapere chi si è una pretesa assurda. Ma cercare di sentirsi meglio. E' la vita che me lo chiede. Che mi urla di andare e cercarmi.
Mi mancano i boschi e i ruscelli e le notti in tenda.
Mi manca il mal di collo di quando si guarda il cielo per ore.
Mi manca d'interrogarmi e chiedermi cosa sono, cosa voglio, dove sto andando.
Mi manca di vivermi, di toccarmi e di sentirmi ancora io.

Nessuno a cui si è affettivamente legati permetterebbe mai che il "congiunto" partisse senza fissare il ritorno. L'affettivtà è una primitiva forma di possesso dell'altro che include la privazione, per accettazione implicita reciproca, di certe libertà essnziali.
Annunciare pesonalmente il viaggio sarebbe una cosa che m'impedirebbe di faro. Ci sarebbero tutti i motivi per non farlo. La deposizione della mia atestata carriera d'ingegnere, o le prospettive un degno futuro capitalistico.
Ma queste sono solo le cose che gli altri vogliono per me.
Mi ritrovo quasi morto, d'amore senza amore.

Ho bisogno di ritrovare tutto, almeno me stesso.
So che se ungiorno tornerò a casa (ci tornerò) mia madre mi accoglierebbe come le mamme sanno fare.
E' nella certezza dell'eternità della positività che voglio intraprenderlo il viaggio.
Senza scrivere troppe righe a nessuno, lasciando le cose importanti all'unico che so amico.

Ne ho bisogno. Devo farlo. Per me.
E' il mio amore per la mia vita a chiedermelo.
E se è l'amore a chiedermelo, lo faccio.

20.6.07

Si virgola

ma ormai abbiamo preso la strada di lasciarci
punto

12.6.07

età


Io me ne farei niente dei tuoi anni e di tutte quelle rughe
che ti segnano la faccia di minuti come le gocce d'acqua nelle pietre.

Ti guarderei col vestito nero come la donna del quadro di Vettriano
E se il tempo fosse davvero relativo anche per noi
ti lascerei correre nei miei occhi alla velocità della luce
rimanendo bella come ora
e guardandomi invecchiare
Fino a baciarti nel momento in cui
il mio ed il tuo tempo
combacerebbero
come il confine dei nostri corpi.

5.6.07

reminescenza

Dietro casa mia c'era la vetreria. Tra la vetereria e l'isolato di fianco un incavo di 3 metri per 2. Credo.
Lì era l'ospedale e quel giorno Imma aveva la febbre.
Posso dirlo, perché cacciai il cazzo, glielo misi sotto la scella e sentenziai:
"trentasette e mezzo."

Allora sì. Ero un chirurgo.

1.6.07

about love (2nd)

Come le favole, l'amore racconta di personaggi che non stanno né in cielo né in terra, ma lì.
Con l'unico scopo di cacarci il cazzo.

beddenbreccfast


E mi regalò due margheritoni arancio tenue.
Stretti nel cesso dell'intercity le margherite si spogliavano di una foglia ad ogni morso.
All'ultima laeccata di fica erano nude anche loro.

Le gettò lasciandole lì. In bagno.

Il nastro giallo dei suoi capelli volteggiò, più tardi, nell'aria
sporco di panna e ciliegie: strumenti di tortura del piacere.

Non so quante composizioni fece mentr'era in volo. Sussultava nello spazio aereo. Come una biscia nell'acqua di fiume.
Sinuoso e bilanciatamente asimmetrico si adagiava sul letto sfatto.
Lasciò lì il nastro.

Ammé invece mi lasciò pochi metri più in là, davanti alla porta.
Ad ogni passo si allontanava chilometri finché mi ritrovai, solo, sulla fermata della metro.

Ed il mondo era già col cazzo fuori. Ed io già con le braghe calate.