30.10.05

Ritagli

"La Repubblica" - 30 ottobre 2005
ll Times: il progetto è in fase avanzata. L' incredibile obiettivo, la sostituzione di tutti gli animali del pianeta.
---

AdnKronos -
30 ottobre 2005
Finanziaria, con aggiustamento la manovra sale a 26,5 mld
---

Il Manifesto - 29 ottobre 2005

Casa&Chiesa
C'è chi ha un grande patrimonio immobiliare e gli fanno pure lo sconto sulle tasse, e c'è chi non ha una casa e deve fare una manifestazione per non finire sotto un ponte. Si apre un nuovo buco nei conti pubblici, il governo è costretto a varare una finanziaria-ter da 6 miliardi di euro, si vendono immobili e si tagliano i fondi per Anas e ferrovie ma una cosa non si tocca: l'esenzione dell'Ici per la chiesa. «Per tutte le chiese previste nell'otto per mille», specifica Palazzo Chigi. Mentre i comuni colpiti dai tagli fiscali chiedono il blocco degli sfratti, sindacati di inquilini ed associazioni scendono in piazza. Con 600mila famiglie a rischio e 43mila sentenze di sfratto solo nell'ultimo anno, a Roma si manifesta per il diritto alla casa.
---

Radioattiva.org - 29 ottobre 2005

Berlusconi, in un’intervista che andra’ in onda su La7 lunedi’, dice: “Non sono mai stato convinto che la guerra fosse il sistema migliore per arrivare a rendere democratico un Paese. Ho tentato a piu’ riprese di convincere il presidente americano a non fare la guerra".

Come al solito gli italiani cambiano alleato col primo colpo di vento… sara’ colpa del Cia-Gate e del Niger-Gate che gettano un ombra sinistra sull’operato dei nostri servizi segreti?

Sembra proprio che il falso dossier sulla vendita dell’uranio dal Niger all’Irak sia stato fabbricato a Forte Braschi, casa del Sismi.

Ma poi quale guerra? Siamo in guerra? Ma non si chiamava “missione di pace"
---

AdnKronos - 27 ottobre 200

Esce il nuovo libro di Giulio Tremonti: "Rischi Fatali".
---

sjoker, 29 ottobre 2005
Il pene è lento. Il pesce è rock.
---

Taz, 30 ottobre 2005
Nnacciasant.

27.10.05

Maristella


E lei stava lì. Col gelato in mano e i capelli sciolti sopra la fronte e le spalle.
Più leggera del biossido di carbonio.

Non ricordo che faccia avesse perchè aveva una maschera da sub e un boccaglio dal quale usciva la sua lingua con la quale gustava il cono.

La conobbi davvero. Era un sogno.
Un pensiero liquido. Molto liquido.
Lei ci galleggiava dentro.
E sopra di lei. Sopra la panchina sul fondo, era acqua alta almeno 23 metri e io la fotografavo da sotto.
Le sue tette enormi nell'acqua erano più belle e tonde del solito.
Le sue gambe divaricate a rana raccoglievano i miei pensieri tra le sue cosce.

Forse così la conobbi Maristella.
Stella di nome Maria.
O Maria i cui occhi brillavano come le stelle.
O una qualunque morta di fame con un nome del cazzo.
O una gnocca coi fianchi a forma di angelo.

Maristella era un'entità sovrannaturale.
Almeno quando era a letto.
Almeno quando sorrideva.

Maristella quando viveva era uno spettacolo pirotecnico.

Maristella rideva sempre e mi teneva su il cuore.
E anche altro.
Faceva pompini al frappè e spagnole naturali al sapore di GULASH.

Maristella faceva l'amore e dentro c'aveva il sole.
Rideva e amava. Il mondo.

Maristella quando veniva mi stringeva e urlava.
Poi si alzava dal letto e porgeva a entrambe le bocche vino rosso e si fermava a guardare il parato del soffitto sul quale era disegnato un cielo verde.

Le nuvole in quella stanza si muovevano davvero.

Si aggregavano in bizzarre forme e mentre un pettirosso ci guardava dal comodino, il mio passero si accoppiava in un nido di bambagia.

Maristella è un sogno.
Maristella morì bevendo detersivo puro per pulirsi l'anima dei peccati di cui l'accusavano.
Non è vero.
Maristella bevve varecchina perchè non poteva più fare l'amore vero.
Quello senza preservativo.
Non è vero.
Maristella bevve ammoniaca per sbiancare le sue vene sporche di umanità.
Di noia.

Non è vero.
Maristella era viva.
Bevve acido muriatico per sciogliere il peso dell'AIDS bloccato sulla bocca dello stomaco .

Mi urlò di salvarla.
Sottovalutai quel grido.

Io Maristella non l'ho mai conosciuta.
Ma per un attimo l'ho amata.
Forze.

Un geraneo in fiore mormorò all'aria uno stornello...
Lascia che sia fiorito
Signore, il suo sentiero
quando a te la sua anima
e al mondo la sua pelle
dovrà riconsegnare
quando verrà al tuo cielo
là dove in pieno giorno
risplendono le stelle.

Quando attraverserà
l'ultimo vecchio ponte
ai suicidi dirà
baciandoli alla fronte
venite in Paradiso
là dove vado anch'io
perché non c'è l'inferno
nel mondo del buon Dio.

Fate che giunga a Voi
con le sue ossa stanche
seguito da migliaia
di quelle facce bianche
fate che a voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.

Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio, fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte.

Dio di misericordia
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura
l'inferno esiste solo
per chi ne ha paura.

Meglio di lui nessuno
mai ti potrà indicare
gli errori di noi tutti
che puoi e vuoi salvare.

Ascolta la sua voce
che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.
F. De André - Preghiera in Gennaio

25.10.05

Domande al sig. Matteo (compagno di Vangelo)

"Beati i tossici, le puttane e i ricchi di alcool,
perchè di essi è il regno dell'emarginazione periferica.


Beati gli afflitti,

perché saranno trucidati.


Beati i miti,

perché saranno impalati.


Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno giustiziati.


Beati i misericordiosi,

perché non cestitono.


Beati i puri di cuore,

perché sono ancora criaturi.


Beati gli operatori di pace,

perché si prendono pagato senza fare un cazzo.


Beati i perseguitati per causa della giustizia,

perché cadranno in prescrizione.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è il mio governo. Così infatti hanno perseguitato i mediocri prima di voi.
"

Dal Vangelo secondo Taz.
Rendiamo grazie a Taz (TM)

22.10.05

indeterminatezza


Adesso il cielo borbotta e io sono sereno perchè ho passato un altro pomeriggio a fare niente.
Coltivo di nascosto dagli occhi di me stesso la passione di disobbedire alle mie volontà più banali.

Mangiarmi le unghie.
Perdere peso.
Mettermi in forma.
Studiare.

Disattendo persino alle cose più sciocche.
Riposarmi di più. Leggere di meno. Usare meno il Pc o almeno non usarne 2 contemporaneamente.
Non sovraccarmi di cose che non hanno utilità.

Intanto è cominciato a piovere.
Penso alla parola utilità che gli uomini stessi hanno inventato per dare un senso pragmatico alla loro stessa vita.
Ma l'essenza stessa delle azioni in quanto temporali è sminuita di fornte all'atemporalità del pensiero. Alla non limitata grandezza di una qualunque cosa. All'impossibilità di determinare la grandezza di qualunque cosa.
Ogni cosa è indeterminata. Il peso. La forma. La vita. Il giorno. L'anno. La quantità di sperma in un'eiaculazione notturna mentre si guarda un porno censurato di inderminata durata.

Tutto è indeterminato. O impossibile.
La pioggia. Ma soprattutto le previsioni del tempo.

Mò basta. Mi ho cacato il cazzo.

19.10.05

Briciole di lancette


Facce infreddolite come panchine di marmo con un "contorno occhi" color notte e sapido di sonno consumato fugacemente.
Una voce elettronica annuncia ai viaggiatori che il treno per la città avversa(R) arriverà, ma con un ritardo di 55 minuti. Sempre il computer si scusa per il disagio.

Quanto valgono le scuse di un computer che riesce a dirti della nascita di un bimbo o di una bomba che arriva con la stessa suadente inflessione vocale?
Quanto vale un'ora di attesa per due amanti che aspettano giorni per due ore di sesso?
Quanto vale un'ora di vuota attesa per il marito di una femmina cone le doglie?

Un'ora ha forse un valore intrinseco assoluto.
Un'ora ha forse un valore intrinseco relativo. Soggettivo.
Simile al dolore. Simile alla gioia.

Un'ora è energia sprecata dalle lancette di un orologio che ruota rammentandoci che il tutto stà per scadere. Che il tutto sta per cominciare.
Un'ora è un frangente di fioriutura di un bocciolo.
Di sfioritura.

E' un coito.
Un risultato atteso.
Lo sguardo di una donna che fissa la porta dell'addetto al prelievo istologico del nodulo al seno sinistro.
Ora: battito d'ali di un bombo.
La durata dell'orgasmo mentale di un tossico.

Stamattina ho perso un'ora. La rivoglio.
Qualcuno me la dovrà ridare indietro.

Scalcio un cane.
Salto sui binari.
Cado. Figura di merda pubblica.
Mi ungo di olio di motori di treni a scoppio diesel.
Agguanto la maniglia della sala macchine.
E' bloccata.
Mollo un cazzotto.
Si sbriciola il vetro sotto lo squarcio del mio pugno.
C'è uno che guarda un film comico che si affretta a tirar giù le gambe dal tavolo.
4 secondi. Stramazza a terra.
Si tiene le palle.
Abbasso tutte le leve. Schiaccio ogni interruttore.
Ultimo calcio: glielo infilo tra i denti.
Via. Corro via.
Sulle scale. Nella strada. Attraverso le piazze.

Mi schiacciano la faccia nel marmo freddo di una casa settecentesca con i bordi in stucco decorati come odiosi capitelli greco-romani. Mi lussano la spalla destra.

Il mio reato è punibile.

La mia punizione è sedermi e aspettare.
Aspetto in una delle tante sale d'attesa dove, in tanti, guardiamo dalle finestre un sole così forte che l'ombra delle sbarre ci resta sui vestiti. Si fotoincide sulla nostra pelle.

Il secondino controlla che l'attesa dei viaggiatori sia democraticamente accettabile.

L'attesa è la punizione dei nati vinti.

17.10.05

Sogno marino


E ho nuotato fino alla fine. Fradicio nei vestiti e nella mente ho consegnato la pergamena.
Arruolato in tronco. Marinaio in servizio di una sgangherata nave da crociera avventuriera.
Nessuna destinazione. La missione unica: sopravvivere.
La nave è una saldatura ripetuta all'infinito di lamine di acciaio legate da chiodi e tra le quali scorre muffa e melma.
Il mare la scataballa di quà e di là.
Sulla nave comandanti strani vogliono ordinarmi anche un "respiro ordinato" e strane donne si aggirano per i compartimenti a tenuta stagna.
D'improvviso, il mare si spacca. Come se una lama divina avesse segato l'oceano a metà.
Il mare di fronte si abbassa. Quello dove siamo si innalza. Tra i due una ferita larghissima che invece di sputar sangue piomba nel vuoto.
A tutto motore la nave. Saltiamo. Chiudiamo le porte a tenuta stagna.
Saltiamo e atterriamo nell'altro mare.
La nave affonda.
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei secondi. Riemergiamo.
Acqua dentro. La barca pende da un lato pieno di liquido salatao. Nessuno è terrorizzato.
Io mi guardo nello specchio di metallo lucido.
Calma imperturbabile. Già sapevo doveva succedere.

Altra ferita. Altro sardo. Riaffonda. Mi appare una femmina di una bontà divina.
Si solleva la gonna e si siede a cavalcioni sulle mie ginocchia guardandomi la faccia.
Mi scopa così. Col mare in burrasca, la nave mezza abbattuta, i comandanti di là a fare i coglioni.

Altro fendente.
E' un salto eterno. Un sogno stucchevole.
Sbattutato da un mare all'altro. L'altro uguale al primo.
Stessa tempesta. Stessa nave. Stesso equipaggio. Stesso orgasmo.
Stessa vita del cazzo.
Mi chiedo quando approdo.
Forze mai. Forze son già a terra.
Ma non sono solo.
Siamo tutti nella stessa barca.

14.10.05

Paraviso (versione 2)


Il paraviso è un'insieme di microgoverni autarchici di densità abitativa unitaria e soprasseduto da un sistema globalmente anarchico dove il mercato non asserve a funzione alcuna, indi abrogato con decreto divino nella stessa notte dei tempi.

I muorti, dopo l'ultima speculazione camorristica e floreale sul loro corpo, approdano lì. Felici, leggeri e coi genitali fuori.

Chiavano ogni giorno senza il pensiero della disfunzione erettile e con una maturità che ha fatto in modo da eliminare il complesso della grossezza del membro.

Alle donne invece gli si rimettono le tette apposto e spariscono i sintomi dell'osteoporosi. Non c'hanno più nemmeno le rughe e il ciclo.

Tutti, si pigliano e si lassano ogni giorno.
Gli omosessuali hanno i diritti garantiti e quelli che li discriminavano sulla Terra fanno le femmine fedeli degli elefanti maschi.

Non ci sono i contratti di lavoro e nemmeno le pensioni.
Nemmeno la CGIL e Bertinotti.
Non c'è la televisione, perchè i culi e le tette ce li hanno tutti già fuori di default.

Su un mobile, in un angolo, sotto una luminosa finestra, nella trasparente casa di ognuno c'è un bicchiere di balsamo per l'anima.
Ciascuno ne beve quanto ne vuole. Quanto basta per rimarginare la devastazione della propria anima.

Direte: ma non si può fare una sanatoria d'anime globale?
No. Un muorto ha l'anima martoriata in un modo. Un'altro in un altro.
La "martoriazione dell'anima" è un concetto relativo e prettamente (im)personale.
Ognuno si sente affranto. Ciascuno a suo modo.
L'afflizione, almeno quella, è un concetto concretamente astratto e non globalizzato.

Intanto fuori, tuttintorno, gli animali non hanno recinti. I cani non hanno padroni. Nessuno c'ha niente. Niente di niente. Manco o' cazz.

All'inizio, i muorti, quando muoiono, stanno un pò in crisi perchè depredati del materialismo stesso, ma poi si abituano al nulla e "vivono" più distesi.

Le zanzare, invece, continuano a scassare il cazzo.
Pure llà.
Ma quelle chissà se sono morte davvero.

11.10.05

stimolante gratturia


È ottobre e se ne sono andate anche le ultime zanzare.
Non so più con chi prendermela e, quel che è peggio, l'unica cosa che mi rimane da grattare sono i coglioni.

Pungetemi.

Valigie a tempo determinato


Treni. Lunghi sospiri di chi parte. Silenzi di chi resta.
Treni sporchi della terra che si lascia. Profumati dei vestiti in valigia.
Treni vuoti di passione. Treni pieni di speranza.
Treni di seconda classe. Classe meno che operaia.
Treni di classe precaria.
Treni di pellegrini del salario.
Treni di viandandi del lavoro.
Treni di laureata disperazione.
Vagoni dell'ignoranza globalizzata.

Biglietti in offerta a pochi soldi e sempre cari.
Treni silenziosi.
Treni incasinati di cimici e tanfo di piedi e piscio.
Cessi sporchi. Luci soffuse. Luci scassate.
Piedi gonfi su sedili sporchi.
Cani con le zecche.
Valigie di cartone.
Valigie di tela.
Donne disperate. Capelli sconvolti.
Baffi. Sopracciaglia incolte.
Doppi menti e barbe sfatte.
Panze gonfie di siero della smemoria.

Freni stridenti. Rotaie rotanti.
Panini abusivi tra gli eterni passanti.
Odor di pastiglie e ferro usurato.
Sigarette accese di nascosto e ascisc squagliato.
Fino a Roma tutti salgono.
In Toscana nessuno sale e nessuno scende.
In Emilia si comincia a svuotare il mercato della carne.

Si svegliano le cuccette.
Ci si tira su i pantaloni.
Ci si sciacqua nei cessi lerci.
Si infilano le scarpe.

"Benvenuti nelle lande delle terre speranzose"

Lavoro precario ma lavoro.
Tetto costoso e in nero. Ma tetto.
Strade piene di indifferenti. Ma strade vive.
Pance piene di precotti. Ma sazie.

Peppino chiude gli occhi.
Si tappa il naso.
Fatica e non pensa.
Quando fatica.
Sennò paga, si scassa il culo e basta.
Poi torna dopo 7 giorni.
Forse 10.
Forse 1 volta al mese, per tirare a sparagno 60 euro per le bollette dell'inverno.
A nord gli inverni sono più freddi e scaldarsi ha un costo, ma si torna per respirare e riaprire gli occhi.

Peppino ha l'amata giù.
Forse un giorno anche lei salirà.
O scenderà lui.
O saliranno entrambi più a nord.

Saliremo tutti più a Nord.
Su un altro treno.
Più pieno. Più freddo.
Verso l'ignoto di una vita fatta di briciole, mangiate da passeri che non sono i nostri uccelli.

7.10.05

esigenze inaccettabili


Stamattina non mi sono lavato la faccia, e quando non me la lavo rimango coi sogni che non li controllo, e prendono il predominio sulla realtà alterando la mia percezione del tempo, dello spazio, di me e degli altri.

Stamattina la stampante doveva stampare e si è inceppata 6 volte.
Le ho ordinato di farla finita. Niente.
Manco i cazzotti.

Il treno doveva passare, o almeno io dovevo prenderlo.
Gli ho ordinato di tornare indietro ma era già andato.
Manco le jastemme.

Oggi doveva essere un giorno chiave.
È stato un giorno serratura bloccata.
Gli ho ordinato di mutare. Ma niente.
Nemmeno l' "ave maria" di Mozart.

Oggi dovevo rimanere seduto davanti alle domande di un illustre sconosciuto in cravatta per acquisire un'ulteriore 3,33% di conoscenze grazie al quale la società che non accetto mi accetti come persona di lustro.
Dopo 10 minuti mi sono alzato di scatto e scusandomi ho camminato sotto la pioggia e in mezzo alle pozzanghere. Sotto le nuvole, di fianco ai copertoni di quelli che passavano e mi schizzavano.

Pur non accettando la società, è fondamentale anche per me sentirmi accettato e farmmi riconoscere una funzione.
Come può un essere soggiogato dalla società stessa modificarne aspetti cardine?
Naaa. Non può. Nemmeno se gli ordini di farlo.

Vocazione naturale.
(VOX_Azione. La voce che scaturisce un'azione determinata e durativa)
La voce che non ascolto.
Ne ascoltiamo di più strambe: da quelle rompicoglioni di genitori insoddisfatti e pretenziosi a quelle scontate di scontati che scontatamente parlano.

È la più forte e la più spaventosa di tutti.
È un mostro con addosso il fieto di merda e i denti di coccodrillo. La coda di gatto e le zampe di puorco.
La propria voce.
Di nascosto, in un walzer o in una sinfonia, in un assolo di chitarra o sotto le stelle. Salta fuori. Ti terrorizza. Ti fa cacare sotto.

Vuole la parte che gli spetta.
...E io democraticamente cerco di accontentarla mediandola con le esigenze di altre voci dividendo il mio dentro coi desideri e le aspettative di gente di cui non condivido nulla.
Il bisogno di accettazione.
L'esigenza dell'autorinnegazione.
Vivo schiacciandomi da solo le dita con scarpe sporche di sterco del cane della moglie del vicino portato a spasso dal marito, in famiglia meno calcolato del cane, .

Jastemmo la maronna.
Mi ho già cacato il cazzo.
Devo levare mano.
Le voci hanno una priorità gerarchica.
Ascoltarle è inserirsi in quelle che sono le fila del "Partito Egoistico Militante", ripudiato da tutti e creato dalla stessa struttura sociale affinchè tu non l'imbocchi.
Come il sesso a detta dei preti.
E se queste voci sono come le voci dei preti che mi pregavano di non stracciare le mutande alla mia compagna 12enne proprio mentre mi si abbuffavano le vene del collo...
Senza quelle mutande ora non sarei nessuno.

Ego= quanto me stesso chiede di essere.
Deciso.
Mi tessero.

3.10.05

Dietro da me c'è un parco. La signora del palazzo di fronte mi vede passare spesso.
La sua cucina affaccia sulla strada. Sul parco. Si affaccia.
Morena è una murena tutta tette e culo. Una bocca da riempire.
"Morena pompini d'avorio". La chiamo così. Ovviamente maritata.
Ora dite alla donna del balcone del palazzo vicino a un parco qualunque nel mondo che ho scritto questo pezzo.
Ditele di denunciarmi.

A via Roma. Sulla seconda casa a destra a partire dal fondo del senso unico.
Bene lì. Proprio lì. Abita un uomo.
Bene. Quello è un ricottaro.
Si vende le polacche e le ucraine.
Ora fate leggere questo periodo grammaticale a tutti gli abitanti di tutte le "vie roma" del mondo e ditegli di denunciarmi.

Ieri sera ho incontrato Mario.
Era alla festa per la libertà dell'acqua che abbiamo organizzato.
Mario ha i capelli corti e neri. Non porta orecchini. Veste firmato e porta i pantaloni larghi. Occhiali a goccia di giorno. Di sera inforca occhialini da pellettiere.
Lo ritrovai alle 21 in punto nascosto nel cesso del "Bar Coloniali". Si lasciava derubare liquidi seminali da un'aspirapolvere di nome: Mariacristina.
Bionda. Sulla quarantina. Belle tette. Ottima bocca.
Ora dite a tutti gli uomini e le donne che erano alla festa che leggano quì e mi denuncino.
Sono coinvolti. Erano alla festa. Davvero.
Possono sentirsi colpevoli. O meglio: calunniati.

Mi avete scassato il cazzo.
Tutti.

Noi solo una cosa vi vogliamo dire...