22.12.06

natale 2006



Caro Babbo Natale,

sei la formalizzazione del sogno dell'uomo: qualcuno che materializzi (d'improvviso) il desiderio materiale di possedere quanto non si possa avere nella quotidianità.

Ti limiti al trasporto di materiali di consumo o di contemplazione presenti sul mercato adoperando mezzi obsoleti.

Non produci niente di originale, tanto che il chiattone giù da me quest'anno fa pure lui Babbo Natale. Basta una panza e una barba finta che ti fottono.

Uno appena vuole una cosa un pochettino un pò più complessa già deve scrivere a Gesù Bambino.

E se manco Gesù Bambino risponde, allora la mattina di Natale non rimane che jastemmare la Maronna.

Ho sentito che certi addirittura, pur di beccare l'ignoto addetto alle poste d'oltretomba, arriva a jastemmare il paraviso intero.

Io, come sempre. non ho scritto niente; ma se passi ti offro un bicchierino.

19.12.06

Relazioni affettive


*** E' tutto scritto di getto. Non mi cacate il cazzo con gli errori ***

Escludendo la relazione affettiva genitore-> figlio (non il viceversa: figlio -> genitore), il rapporto, il legame, la conginzione che spinge alla codivisione temporale è frutto di un'ineluttabile istinto di autosoddisfazione dell'individuo.

Un rapporto di coppia è quanto di pù vantaggioso può trarsi da una realtà infame quale la tragedia dell'esistenza umana.
In coppia si è uniti e si è psicologicamente motivati, si ha un compagno.
E' il modo per trarre maggiore profitto dall'esistenza.
L'affettività è un'autosoddisfazione unica.
L'egocentricità, il piacere sessuale, il piacere morale di dominare l'altro e di avere voce in capitolo nelle sue scelte essenziali produce appagamento unico.
Si riuniscono il senso del piacere e del potere contemporaneamente.

Quando qualcuno scriveva del capitalismo non errava a far leva sull'indoe dell'essenza umana: pura bramosia.

Cosa è un rapporto affettivo se non un rifugio, un pozzo di gioia, un fondo di caffè, na compagnia, un apagamento mentale, un appagamento sessuale, un appagamento reciproco.
L'esistenza si consu,a nella ricerca della complicità affettiva più totale.
Del piacere massimo.

L'amore non esiste.
L'amore è l'ebbrezza del piacere.
Come il vino che si bveve dopo mesi di sola acqua e niente alcoolici.
L'amore è la sbornia dei pellegrini che non han bevuto ed hanno a pancia vuota.
Lo stomaco si riempie, il fegato si abitua... l'amore non basta più.
Rimane l'altro svuotato della capacità di induzione d'ebbrezza.
Rimane l'altro come approdo, appiglio. Porto in cui tornare. Cardine fisso di una futura esistenza.
E l'altro non è nulla.
E ciò che manca all'altro si cerca altrove.
E si torna brilli, e si associa inconsciamente all'altro l'idea di benessere.
E poi si ritorna a tradire.
E chi non tradisce lo brama con tutte le sue forze bloccato da un preconcetto da sedimentazone di cultura occidentale monogama.

Il rapporto non esiste.
Esiste il piacere.

Postulato ciò dov'è la differenza?
Dv'è la differenza tra l'individuo che approfitta dell'altro per massimizzare il suo potere o il suo piacere?
Nessuna.
Il potere ed il piacere sono facce della stessa medaglia.
Potere vitupirato.
Piacere nascosto.
"Amore" apprezzato.

La società dell'amore non è pronta a venire e non può manifestarsi.
La società alternativa al capitalismo non ha tempo d'essere.
L'alternativa farà strada fin quando sarà finalizzabile all'appagamento del soggetto. Delle masse.

Il concetto di una rivoluzione globale è quindi malato alla radice: come si pu sperare di impostare un nuovo sistema se si è personalmente implicati nel più enorme impiccio esistenzialista.

Il tradimento dell'etica, la non fedeltà alle parole che si dicono, la fasullità dei rapporti professionali e la fallimentare politica socialista sono esempi di nobili.

L'uomo e solo ed un omicidio non differisce da un genocidio se non per sedimentazione culturale dell'individuo.
Ancora oggi c'è chi uccide, ed allora ditemi.
Dov'è l'uomo?
Dov'è l'uomo?

Il relativismo etico non è un male, è la manifestazione dell'essenza.
L'egosimo non è il male, è manifestazione dell'essenza.
Il piacere e il potere sono sublimazione dell'essenza.

Io, io non ripudio. Io accetto.

Non accettare l'oggttività equivale a presentare alla propria coscienza una visione alterata della realtà circostante, elaborarne un modello che sia socialmente ed emotivamente accettabile e viverlo.

Emotivamente.
Non credete ai millantatori di professionalità o a chi vi parla di amore.
Solo la passione esiste. Al suo dileguarsi nulla resiste, se non l'inerzia dell'individuo che ha paura di smontarsi della propria autocoscienza per entrare in una nuova ottica di piacere e potere che difficilmente riesce ad accettare. La loro inerzia è a sua volta motore di chi sa vivere ed usare potere e piacere.
E chi sa vivere ed usare potere e piacere domina intellettivamente e forgia ambienti di lienarità asserviti al proprio fine ultimo: la sublimazione dell'essere...

E tutto il resto.
Tutto il resto è noia.

Parola di Taz

17.12.06

Cosa c'è oltre



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14.12.06

ipotesi dimensionale

- Mi dai l'impressione di essere superficiale ...

- Matematicamente, baby, matematicamente...
Matematicamente siamo portati a pensare la superficie come cosa di poco conto rispetto al volume. Se ci pensi la superficie...
La superficie è a 2 dimensioni. Altezza e larghezza. Un quadrato, un rettangolo: 2 dimensioni.
Siete tutti convinti che gli altri debbano andare per approdare al vostro malozioso mondo egocentrico a vostra detta saturo di PROFONDITA'. PROFONDITA' nel contesto, profondità nelle parole che volete vi riguardino.
E per magia un profondo diventa un cubo, un triangolo una piramide...
Immaginiamo che noi fossimo così mediocri , ma così mediocri da non accorgerci di vivere in 4, 5, 7 dimensioni. Nessuna percezione della 4^ dimensione, né della 5^, figurarsi la settima.
Ma siamo profondi (rimando autoreferenziale alla 3^ dimensione). Ma mancano alla 5^ due dimensioni, ed alla settima quattro dimensioni.
Orbene, ammesso assiomaticamente che tu sia profonda, è possibile che tu sia infinitamente insignificante in un contesto eptadimensionale.

La profondità e la superficialità sono allora delle gran cazzate.
Ed io ci piscio sopra.
Anzi.
Ci rido. AHUAHUAHAUA!!

- Volgare, scurrile e schifoso come sempre...
- No, no. La mia volgarità è la deforme proiezione della mia raffinatissima pentadimensionale persona nella tua mediocre tridimensionalità.

Conversazione con intermediario

- "Scusa, le dici che voglio scoparla?"

- "Che ha detto? Che mi adora? Bene, ma non dirle che ho detto bene."

8.12.06

Filangieri Giuseppe



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