Le cicale stanotte stridono più forte. Sopra ogni altro rumore di quest'autunno.
Strascinando la malinconica estate che tarda a svanire.
Uno struscio di zampe che si affievolisce,
mentre scorrono i granelli della clessidra a doppio imbuto.
E si spegne il canto.
Sotto la sabbia
soffocato
dall'inesorabile caduta
di un'ulteriore granello
che non sfugge
all'insipiegabile gravità.
3.10.06
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