27.2.08

Un ingegnere elettronico


Mio padre andò a raccogliere le pesche, ed io studiai per venti e rotti anni.
Mia sorella anche.
Mio fratello anche.

E ci avevano raccontato del futuro, dei soldi, del riscatto sociale, del capitale, dei beni di consumo.
Cazzate così.

E mi laureai un anno fa.
Un ingegnere elettronico vecchio ordinamento.
Ho sempre studiato abbastanza. Ho sempre approfondito la conoscenza.

Cominciai a lavorare a giugno da un privato o da uno pseudotale.
Dopo 1 mese e 1/2 non mi diede un euro.
Diceva che non gli avevo prodotto capitale.
Poi andai a lavorare con la regione Campania.
Lavorai per 3 mesi. Mi hanno fatto firmare per 1 e i sindacati non vogliono mettersi contro il camorrista che gestiva il progetto.
6 mila euro persi.

Poi decisi di andare a nord.
Mi chiamò un'azienda: si disse BOSCH GROUP.
Allora accettai di fare lo STAGE.
Stipendio da fame.
I 4/6 dello stipendio al padrone di casa.
Il resto: pura sopravvivenza.

Ho comprato una macchinetta per non andare più dal barbiere.
Un divanoletto per scoparci eventualmente sopra sul quale non ho mai scopato, e quando ci buttai sopra una donna si spaccò.
Ed adesso passo le ore al telefono per farmelo cambiare con uno nuovo... ma credo ci sarà pochissimo da fare. Forse niente.

Faccio spesa al discount, faccio la scheda punti e compro solo prodotti in offerta.
La frutta la compro al mercato.
I vestiti invernali li ho comprati a fine febbraio. Per pochi euro 2 felpe e un paio di jeans.
Sono un ingegnere elettronico.
Ho conservato i soldi per 3 settimane ed ho comprato una bici da 20 euro ed un catenaccio da 12 euro perché qui rubano le biciclette.

Così cominciai a lavorare.
Macché stage. Era un rapporto di lavoro subordinato preciso. Niente formazione Niente responsabili. Lavoro sporco e di responsabilità.
È un rapporto di lavoro subordinato.
Ma non è BOSCH. È un tale che ha amici in BOSCH e mi ha fatto reclutare attraverso i canali di BOSCH.
Ma l'ho capito solo dopo 1 mese. Quando il disastro era oramai andato.

E vorrei tornare a casa.
Ma cosa dovrei scrivervi?
Che mia madre ha i capelli lunghi e sfatti perché non può permettersi un parrucchiere?
E che mio padre piange senza lacrime il fallimento economico dopo una vita passata a leccare le briciole?

Che giaciamo sulla soglia della povertà. Che la camorra ha minacciato mio fratello per delle cose che io scrissi per la rabbia.
E dovrei scendere per fare cosa?
Per sentire ancora il fruscio del vento, il rumore del mare. Per riconoscermi ancora nei ciottoli e nei sentieri di montagna?
Per sentirmi in colpa della povertà dei miei genitori che ci guardavano azzannare fette di carne con i crampi allo stomaco.

E devi conoscere la legislazione lavorativa meglio del datore di lavoro per non farti fottere.
Devi mantenerti i diritti stretti con le unghie per non farteli togliere.
Perché è chiaro... tutto è meglio pur di non fare nulla.

L'Italia non è nella crisi economica.
L'Italia è nell'economia che si è costruita.
L'america ci ha colonizzati per 50 anni, ci ha finanziato le aziende ed il rifiorimento economico lasciandolo gestire (come i paesi attualmente in via di sviluppo) dai fidati (Agnelli, Berlusconi, Olivetti, Acciaierie). Adesso che i debiti di guerra sono stati onorati, hanno destatalizzato, liberalizzato, ritirato gli aiuti lasciando un substrato economico inesistente.
E siamo nelle mani di tutti i sessantottini. Di tutti quelli che giravano coi pastrani di tendenza, cantavano John Lennon, offendevano i docenti delle università.
Adesso sono dappertutto. Da AN a Rifondazione. Si dicono di destra. Di sinistra. Progressisti. Conservatori. Teocon. Teodem. Laici. Ma sono sempre loro.
Siamo nella tutela di coloro che hanno eredidato i sindacati e poi li hanno distrutti.

Ed in questo cataclisma sociale la chiesa tenta di riacquistare la sua violenta centralità sfuttando la debolezza intellettuale.

E i bocconi che mastico sono così amari che l'ironia è impossibile. Ed anche il cinismo.
È difficile persino pensare con lucidità.

Mietta. Sanremo. Chiambretti. Le elezioni. Il futuro dei giovani e dell'italia. Le elezioni. Il popolo delle libertà. Veltroni. Ancora le canzoni d'amore. Casini e Bertinotti. Little Tony.
Mannaggiaddio.