7.10.05

esigenze inaccettabili


Stamattina non mi sono lavato la faccia, e quando non me la lavo rimango coi sogni che non li controllo, e prendono il predominio sulla realtà alterando la mia percezione del tempo, dello spazio, di me e degli altri.

Stamattina la stampante doveva stampare e si è inceppata 6 volte.
Le ho ordinato di farla finita. Niente.
Manco i cazzotti.

Il treno doveva passare, o almeno io dovevo prenderlo.
Gli ho ordinato di tornare indietro ma era già andato.
Manco le jastemme.

Oggi doveva essere un giorno chiave.
È stato un giorno serratura bloccata.
Gli ho ordinato di mutare. Ma niente.
Nemmeno l' "ave maria" di Mozart.

Oggi dovevo rimanere seduto davanti alle domande di un illustre sconosciuto in cravatta per acquisire un'ulteriore 3,33% di conoscenze grazie al quale la società che non accetto mi accetti come persona di lustro.
Dopo 10 minuti mi sono alzato di scatto e scusandomi ho camminato sotto la pioggia e in mezzo alle pozzanghere. Sotto le nuvole, di fianco ai copertoni di quelli che passavano e mi schizzavano.

Pur non accettando la società, è fondamentale anche per me sentirmi accettato e farmmi riconoscere una funzione.
Come può un essere soggiogato dalla società stessa modificarne aspetti cardine?
Naaa. Non può. Nemmeno se gli ordini di farlo.

Vocazione naturale.
(VOX_Azione. La voce che scaturisce un'azione determinata e durativa)
La voce che non ascolto.
Ne ascoltiamo di più strambe: da quelle rompicoglioni di genitori insoddisfatti e pretenziosi a quelle scontate di scontati che scontatamente parlano.

È la più forte e la più spaventosa di tutti.
È un mostro con addosso il fieto di merda e i denti di coccodrillo. La coda di gatto e le zampe di puorco.
La propria voce.
Di nascosto, in un walzer o in una sinfonia, in un assolo di chitarra o sotto le stelle. Salta fuori. Ti terrorizza. Ti fa cacare sotto.

Vuole la parte che gli spetta.
...E io democraticamente cerco di accontentarla mediandola con le esigenze di altre voci dividendo il mio dentro coi desideri e le aspettative di gente di cui non condivido nulla.
Il bisogno di accettazione.
L'esigenza dell'autorinnegazione.
Vivo schiacciandomi da solo le dita con scarpe sporche di sterco del cane della moglie del vicino portato a spasso dal marito, in famiglia meno calcolato del cane, .

Jastemmo la maronna.
Mi ho già cacato il cazzo.
Devo levare mano.
Le voci hanno una priorità gerarchica.
Ascoltarle è inserirsi in quelle che sono le fila del "Partito Egoistico Militante", ripudiato da tutti e creato dalla stessa struttura sociale affinchè tu non l'imbocchi.
Come il sesso a detta dei preti.
E se queste voci sono come le voci dei preti che mi pregavano di non stracciare le mutande alla mia compagna 12enne proprio mentre mi si abbuffavano le vene del collo...
Senza quelle mutande ora non sarei nessuno.

Ego= quanto me stesso chiede di essere.
Deciso.
Mi tessero.