27.10.05

Maristella


E lei stava lì. Col gelato in mano e i capelli sciolti sopra la fronte e le spalle.
Più leggera del biossido di carbonio.

Non ricordo che faccia avesse perchè aveva una maschera da sub e un boccaglio dal quale usciva la sua lingua con la quale gustava il cono.

La conobbi davvero. Era un sogno.
Un pensiero liquido. Molto liquido.
Lei ci galleggiava dentro.
E sopra di lei. Sopra la panchina sul fondo, era acqua alta almeno 23 metri e io la fotografavo da sotto.
Le sue tette enormi nell'acqua erano più belle e tonde del solito.
Le sue gambe divaricate a rana raccoglievano i miei pensieri tra le sue cosce.

Forse così la conobbi Maristella.
Stella di nome Maria.
O Maria i cui occhi brillavano come le stelle.
O una qualunque morta di fame con un nome del cazzo.
O una gnocca coi fianchi a forma di angelo.

Maristella era un'entità sovrannaturale.
Almeno quando era a letto.
Almeno quando sorrideva.

Maristella quando viveva era uno spettacolo pirotecnico.

Maristella rideva sempre e mi teneva su il cuore.
E anche altro.
Faceva pompini al frappè e spagnole naturali al sapore di GULASH.

Maristella faceva l'amore e dentro c'aveva il sole.
Rideva e amava. Il mondo.

Maristella quando veniva mi stringeva e urlava.
Poi si alzava dal letto e porgeva a entrambe le bocche vino rosso e si fermava a guardare il parato del soffitto sul quale era disegnato un cielo verde.

Le nuvole in quella stanza si muovevano davvero.

Si aggregavano in bizzarre forme e mentre un pettirosso ci guardava dal comodino, il mio passero si accoppiava in un nido di bambagia.

Maristella è un sogno.
Maristella morì bevendo detersivo puro per pulirsi l'anima dei peccati di cui l'accusavano.
Non è vero.
Maristella bevve varecchina perchè non poteva più fare l'amore vero.
Quello senza preservativo.
Non è vero.
Maristella bevve ammoniaca per sbiancare le sue vene sporche di umanità.
Di noia.

Non è vero.
Maristella era viva.
Bevve acido muriatico per sciogliere il peso dell'AIDS bloccato sulla bocca dello stomaco .

Mi urlò di salvarla.
Sottovalutai quel grido.

Io Maristella non l'ho mai conosciuta.
Ma per un attimo l'ho amata.
Forze.

Un geraneo in fiore mormorò all'aria uno stornello...
Lascia che sia fiorito
Signore, il suo sentiero
quando a te la sua anima
e al mondo la sua pelle
dovrà riconsegnare
quando verrà al tuo cielo
là dove in pieno giorno
risplendono le stelle.

Quando attraverserà
l'ultimo vecchio ponte
ai suicidi dirà
baciandoli alla fronte
venite in Paradiso
là dove vado anch'io
perché non c'è l'inferno
nel mondo del buon Dio.

Fate che giunga a Voi
con le sue ossa stanche
seguito da migliaia
di quelle facce bianche
fate che a voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.

Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio, fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte.

Dio di misericordia
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura
l'inferno esiste solo
per chi ne ha paura.

Meglio di lui nessuno
mai ti potrà indicare
gli errori di noi tutti
che puoi e vuoi salvare.

Ascolta la sua voce
che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.
F. De André - Preghiera in Gennaio