28.2.06

Crimine supremo


Ratzinger:
«L'intimo legame dell'uomo con Dio precede l'embrione, e Dio non fa differenza fra bambino, adulto e ciascun essere umano ancor prima del suo prendere forma nel seno materno».

Per ogni pugnetta, per ogni coito interrotto e per ogni orgasmo, raccoglierò lo sperma in provette di amido di mais e dandovi degna sepoltura dirò un "eterno riposo".
Sopra ogni tomba scolpirò la scritta
"Ivi giacciono milioni di morti. Nati nei coglioni e morti nell' i-simo orgasmo del giorno gg/mm/aa".

Io, bastardo autore inconsapevole di un genocidio, immagino il paradiso cristiano dopo la morte.
Nuoteremo per l'eternità in un mare di sburro.

22.2.06

Life Style. Carnaval Style.

Una mano fatata ha allargato e dissolto le nubi mentre sceglievo di non partire oggi.
Bagnarsi i piedi congelandomi ancora sarebbe stato il modo più drammatico in cui cominciare un giorno.
Scelgo di non scegliere di andar via.

Sentimenti segreti da occultare in una specie di Fede. In una specie di Cozza che si lega ad ogni scoglio di te, che s'inoltra nel mare dell'incoscienza innamorata della vita. Del mondo.

Oggi esco e prendo €8. 3 sono per il formaggio di capra di un un pecoraro del Matese.
Decido di investire il resto in look.
Arrivo davanti al barbiere consueto, entro.
La scena che m'aspettavo.
Angioletto. Emiliano. I capelli a terra mischiati con la polvere. La panca di legno a destra. Il cavalluccio per i criaturi, senza la testa a sinistra. L'angolo del cavalluccio è quasi sempre abbandonato. Sembra la scenografia di una tragedia greca.
Sopra la finistrella a destra, un'antenna fatta col ferro a forma di doppio dipolo, incastrata tra il calendario degli aerei da guerra e la foto di Padre Pio con gli occhi e dove ti muovi ti muovi, ti guarda fisso. Da Angioletto non c'è la televisione: quella è l'antenna dei mondiali.
Stamattina non è cosa... chiudo la porta e corro.
Imbocco una salita. Corro ancora. A destra. Apro la porta.
Pasquale. Un altro barbiere.
E' venuto da poco in paese. E' un guaglione vivace.
Stamattina indossa una casacca psichedelica, sfondo bianco e strisce verde fosforescente lunga fino a mezzo culo. I capelli ingelatinati. Gli stivali a punta, le basette fatte e lo sguardo tranquillo.
- Pasquà, posso?
- Si, ma tu come ti chiami?
- Taz.
- Ah, si. Taz.
Molla un cazzotto a un radiolone anni '80 e parte il nastro. C'è ancora una speranza per le cassette, oggi. La canzone è degli Scorpions. Finti metallari. La canzone è quella che tutti cantano, ma che nessuno sa il titolo. Nemmeno io.
Poi s'interrompe a metà . C'è "Losing My Religion". Le canzoni sono tutte registrate dalla radio.
Pasquale posa le forbici e corre alla radio. Gira la cassetta. Quello stereo suona "74-75" dei Connels.
Got no reason for coming to me and the rain running down
there's no reason
and the same voice coming to me like it's all slowing down
and believe me

I was the one who let you know,
I was just sorry ever after
seventy-four , seventy-five

It's not easy, nothing to say 'cause it's already said
It's never easy
When I look on your eyes then I find that I'll do fine
When I look on your eyes then I do better

I was the one who let you know,
I was just sorry ever after
seventy-four , seventy-five
Givin me more and I'll defy,
cause you're really only after
seventy-four , seventy-five
Le vetrate sono colorate di verde e giallo con del fucsia spruzzato dovunque. I divanetti anni '80 morbidi e accomodanti...
Got no reason for coming to me and the rain running down
there's no reason
When I look on your eyes then I find that I'll do fine
When I look on your eyes then I do better
I was the one who let you know,
I was just sorry ever after
seventy-four , seventy-five
Givin me more and I'll defy,
cause you're really only after
seventy-four , seventy-five
I was the one who let you know,
I was just sorry ever after
seventy-four , seventy-five
Givin me more and I'll defy,
cause you're really only after
seventy-four , seventy-five
Il temporale è squarciato e il sole fa capolino. La primavera è sgorgata sopra le tegole e si affaccia, e fa a cazzotti col freddo. Le strade s'invadono di poesia. I passeri si affacciano con la faccia incuriosita e il barbiere guarda la strada assolata del paese che sembra disabitato con le forbici che pendono dal pollicione.
Ciccio mi racconta delle bande e delle mazzate a uova in faccia dei nostri carnevali dei primi anni 90. Dei TOPOBBARBA spruzzati coi tappi modificati, dei chili di purtualli. Della banda di Totore e Maurizio che a fine carnevale contava almeno 4 risse reali e 27 contusioni multiple. I carri allegorici coi cazzi disegnati con lo spray, tra i quali usciva la scritta "Giusi ti amo", fatti coi trattori e i carretti dei compagni di campagna.
I vigili. Le mazzate. Le maniate alle femmine temporaneamente sequestrate per strada vestite da Arlecchino, da Pierrò, da Damine, da Pank o da zoccole pure il giorno di carnevale.
- Carnevale: ogni scherzo vale!
E cacciavamo i pesci. E Rosangela ogni tanto ce lo maniava così. Aggratis.
Ai soliti sciemi vestiti di femmina e truccati peggio dei peggio transessuali, tutti gli mettevamo le mani da tutte le parti e prima o poi c'era qualcuno che gli appoggiava il pesce tuosto sulla minigonna della sorella o si magnava i purtualli incastrati nel reggiseno a balconcino della mamma.
Got no reason for coming to me and the rain running down.
There's no reason.
And the same voice coming to me like it's all slowin' down.
And believe me -
was the one who let you know
I was your sorry-ever-after. `74-`75
Giving me more and I'll defy
'Cause you're really only after `74-`75
It's not easy, nothing to say 'cause it's already said.
It's never easy.
When I look on your eyes then I find that I'll do fine.
When I look on your eyes then I'll do better
E la vita pulsa. E noi pure.
I capelli tagliati son caduti proprio mentre noi ci alzavamo.
La saracinesca sbatteva proprio mentre Pasquale rideva.
E il sole scassava il freddo proprio mentre noi lo guardavamo cogl'occhi semichiusi per non cecarci e con le mani ai fianchi.
E noi. Noi ce ne siamo andati a casa a magiare perché era mezzoggiorno.

18.2.06

essemmesse 18.02.06

*Gio*
bello ke si fa oggi?C'è questa stramaledetta riunione?Dove e a ke ora?Taz tu ci sei? dopo le 18?
*Taz* (da internet)
Io non ho più tempo.
Ho scoperto che esistono le pugnette.

17.2.06

Ciccio Sindaco


Luogo d'onore: "Tavena Zarone".
Vino. Pessimo, rosso, secco, costoso e gastricamente invadente.
Litri di birra svuotati in porzioni da 0.5 lt.
Facce di disillusi maschi. Le femmine non parlano di politica.

Sguardi di sbarbatelli. Occhi che tra 6 giorni finiscono l'anno di militare concesso per onore.
La via d'uscita è unica: Lista Civica di disobbedienza per una candidatura d'onore.

Le amministrative. Liste buoniste. BUENALISTA.
Per instaurare la cultura del rubbamazzetto e il torneo rionale di capputtone.
N° 4 posti fissi a tempo indeterminato per coloro che, stipendiati, staranno in mezzo alla piazza coi vigili, tutto il giorno, a giocare allo schiaffo del soldato.
Piero, detto Wolf, "Assessore alla riproduzione", perchè ha il pesce cchiù gruosso, in posizione di riposo, di tutta la lista .
Davide fa l'assessore "alla gestione delle clandestinità di uomini e merci" e si occuperà dal traffico di droga alle puttane, investendo in "gommoni per sbarchi" in località Castelvolturno.

Benito, detto Zorro, assessore "alla pulizia etnica" e Giorgino, ex centro sociale, superdelega al "recupero del litorale domizio": perchè oggi il recupero dà un senso di lotta.

All'assessorato alle "promesse e raccomandazioni" Amedeo, con Peppino che faticherà nell'Assessorato alla disoccupazione.
A Giuann, delega all'abusivismo edilizio ed alle costruzioni in zona sismica.
Gerardone assessore alle attività "Ludico-Ricreative e Gonfiabili".
Tommaso, detto Rocco, assessore allo sporc.
Io assessore alla "Vita Agreste e alla sessualità bucolica".
Ciccio Sindaco.

La realtà siamo noi. Ubriachi e idioti.
E loro.
Ubriachi e idioti, leggittimati dal consenso democratico.

10.2.06

Working in Milano

Io sono stato a Milano ed ho capito che cosa significa lavorare.
Ed ho paura.
Paura non di chissacosa, ma di una vita donata a un'azienda che speculerà su di te, per almeno una trentina d'anni. E se non è una sola, saranno trentasei. E tutt'e trentasei pagheranno il tuo lavoro meno di quanto vale perché ci deve sempre uscire qualcosa per loro oltre ad un esiguo capitale liquido da reinvestire in qualcos'altro di tipicamente losco.Ci sarà sempre da massimizzare un profitto nato dal tuo lavoro.
Fatichi ogni giorno per non arrivare a fine mese; per non chiavarti più né guardare più tanto lucidamente tua moglie, accontentandoti di usarla come "deposito di sfoghi estemporanei" tra una produzione quotidiana e l'altra.

Mentre tu fatichi qualcuno ha scelto di fare il politico imbroglione. Che è vero, sì, qualche imbroglio lo fa, ma poi in fondo rispetto a quelli che non hanno mai fatto niente qualcosa lo fa (strade, segnaletica, inversione dei sensi rotatori e circolativi ecc ecc), e allora lo vai pure a votare. Così. Perché t'ispira fiducia. Proprio come il galbanino.

E aspetti ogni giorno che sia il venerdì. E la tua gioia convoglia nell'uscita del sabato. Ma non per comportamento piccolo-medio borghese, per carità, ma per esigenza proletaria ed istintiva del diritto di dimenticare l'odore dello sfruttamento, dei meccanismi e dell'arrivismo capitalistico. E prendi la macchina e metti la benzina, che non fa niente che è aumentata. Non fa niente. Devi andare ed esci. Per sentirti libero. Per lasciarti riaccartocciare dalla tristezza della domenica che si chiude, e che manda a casa "gli attori della vita": i lavoratori produttivi. Che rientrano e si svestono dei costumi vivi dei giorni di festa. Si tolgono i cappelli e le giacchette buone. I veli e le sciarpe da palcoscenico. E si rattristano rosicchiando gli avanzi del mezzogiorno per andare a letto e guardare Giancarlo Magalli.

Vecchi e stanchi, vedremo i “politici di professione” relegare la tua vita in un buco malandato. In una città senza servizi per anziani. Un branco di capebbianche che aspettano di levarsi da davanti al cazzo. Lavoratori in dirittura d'arrivo che non hanno mai avuto il tempo e soldi per una casa.
E moriremo in una vasca da bagno. E ci troveranno dopo 4 mesi, non per niente, perché il padrone di casa ci aveva messo in protesta. E verranno con le bollette in mano, gli avvisi di mora e le carte per lo sfratto a urlare coi calci in faccia alla porta. E ci troveranno col bacino rotto, morti per la fame e la sete nella vasca da bagno dell'IKEA. Quella idromassaggio.
Arrotolati. Come vermi.
Morti giusto una settimana prima della pensione.
Morti con alle spalle si e no qualche ora di permesso e sparuti giorni di malattia.
Morti onesti, in attesa di vivere. In attesa di un giorno migliore.
Morti stanchi di ogni giorno.
Morti mentre in TV suonava il campanello nello studio di Bruno Vespa; ed era ancora Romano Prodi. E Berlusconi. E Cirino Pomicino. E famiglia Craxi.
Ancora loro. Dopo 40 anni.
E tu muori. E mentre muori un po' ridi. E un po' pensi:
Vafancul! Perlomeno m'e' llevo da' nanzo j ppalle!

1.2.06

Sbam!


Parto. Ci si legge al ritorno.
Con, o senza diario.