4.6.08

quattro giugno

Quel giorno finì così presto che non mi sembrò neanche di vederla l'alba.
Quell'alba così piovosa e fredda nonostante il giugno ci braccasse.
Non vidi nulla. Niente.

Ad occhi appena schiusi tentennai sul fianco prima di decidere se chiamare il dottore o andare al lavoro.

Quella mattina ero malato.
Avevo un leggero mal di stomaco per tutta la solitudine inghiottita in quei giorni.
La testa era sbronza di stanchezza.

Avrei voluto dormire e difendermi con le zanzariere dalla giornata che voleva pungermi.
E non sarei andato al fiume né altrove.

Sarei rimasto lì, a tracciare con la vergognosa scarna sintassi di un giornalista di cronaca sportiva o nera di quotidiani locali, drammatizzando sul quanto c'è brutto a vedere il giorno fuori e l'uomo dentro, così, senza che puoi farci niente.

Cinecitazione #3


Andreotti: Non capisco adesso cosa vuole da me, signora
Signora: ... (lo abbraccia)
A: Sa quante persone ho conosciuto io? Circa trecentomila. E crede che questa folla oceanica sia servita a farmi sentire meno solo?
S: ...
A: Goda della sua storia col giovane. Il suo amante è il raffreddore di una stagione. Suo marito è la cura benefica, eterna, per la malattia che ci contamina tutti: la solitudine. Torni a casa.
S: ...

Il divo - P. Sorrentino (2008)