4.6.08

quattro giugno

Quel giorno finì così presto che non mi sembrò neanche di vederla l'alba.
Quell'alba così piovosa e fredda nonostante il giugno ci braccasse.
Non vidi nulla. Niente.

Ad occhi appena schiusi tentennai sul fianco prima di decidere se chiamare il dottore o andare al lavoro.

Quella mattina ero malato.
Avevo un leggero mal di stomaco per tutta la solitudine inghiottita in quei giorni.
La testa era sbronza di stanchezza.

Avrei voluto dormire e difendermi con le zanzariere dalla giornata che voleva pungermi.
E non sarei andato al fiume né altrove.

Sarei rimasto lì, a tracciare con la vergognosa scarna sintassi di un giornalista di cronaca sportiva o nera di quotidiani locali, drammatizzando sul quanto c'è brutto a vedere il giorno fuori e l'uomo dentro, così, senza che puoi farci niente.

1 commento:

Un ragazzo del Sud ha detto...

Fatti maltrattare dalla giornata, dagli una frusta, togli le zanzariere, fatti pungere dalle situazioni. Fatti fare una multa con l'autivelox mentre corri a piedi. Litiga con un leghista.
Vestiti da barboncino rosa, e fatti accarezzare da donne con le delusioni d'amore, che dicono: "Che carino", e tu scodinzola
Lascia che il cielo ti entra dentro, e riempia tutti i rivoli del corpo pieni di nebbia.